T.o. e agenzieScatta l'ora del cambiamento

I tour operator? Più localizzati e specializzati nelle nicchie di mercato, soli o in grandi aggregazioni. Le agenzie di viaggi? Multicanali, diversificate e attente al ruolo di consulente.

Le indicazioni su come orientare il cambiamento in atto nell'industria turistica arrivano direttamente dalle imprese del settore, con un avvertimento categorico: senza questo cambio di passo è a rischio la sopravvivenza stessa delle aziende che non si adeguano.

L'indagine è stata condotta da Amadeus Italia, che ha interpellato numerose attività del settore turistico e dei servizi, e i risultati non lasciano spazio a grosse interpretazioni. “È inutile negare che un grande cambiamento è avvenuto e che l'evoluzione è continua – ha commentato durante il Travel Technology Day l'a.d. uscente Fabio Lazzerini – e il settore deve rispondere in maniera tale da riuscire a rispondere a una domanda che chiede valore aggiunto all'intermediazione. Che non è mai sparita e che continuerà ad avere la sua ragion d'essere”.

Entrando nel dettaglio del sondaggio, sul fronte del tour operating il 41 per cento degli intervistati chiede che gli operatori abbiano una valenza più marcata sul locale con offerte mirate sul territorio in cui operano; o che in alternativa siano specializzate su prodotti e quindi in grado di immettere sul mercato proposte uniche e distintive.  Il 26 per cento poi scommette sulle grandi concentrazioni, chiedendo però che al loro interno abbiano settori o brand specializzati nelle nicchie. Il restante 33 per cento dà invece il benservito ai t.o: è un modello obsoleto.

Il binomio agenzie e multicanalità è indicato dal 57 per cento degli intervistati come unica soluzione in grado di fare la differenza per la distribuzione, mentre il 17 per cento crede che comunque le agenzie sopravviveranno anche solo per il loro ruolo di consulenti: Pessimista per il settore il restante 26 per cento: il fai da te avrà la meglio sull'intermediazione.

Emerge poi un ultimo dato dall'inchiesta Amadeus, che convince la quasi totalità degli intervistati (91 per cento): in termini di utilizzo e conoscenza della tecnologia, il gap tra il cliente e gli operatori è enorme. Se non ci si adegua al più presto, il rischio di allontanamento è sempre più forte.

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