Francorosso anno zero La cronaca da Dubai

“Non è una pazzia. Bisogna investire nei tempi difficili, avere idee anche con poche risorse e coraggio. Il coraggio di decidere”.

A un mese dall’uscita allo scoperto del nuovo corso del gruppo Alpitour, Pier Ezhaya chiama a raccolta le agenzie e, con il partner Emirates, le porta a Dubai per fare luce, in maniera approfondita, su cosa succederà ora in casa Francorosso, divisione che ingloba Viaggidea e di cui sarà direttore generale. La cronaca di una giornata intensa e di svolta per l'azienda fa emergere un gran numero di novità, ma soprattutto una virata sulle strategie e sugli uomini che formalizzano la volontà di un cambio di passo importante e inevitabile in questa fase di mercato.

Costruiamo il futuro
“Il passato parla per noi perché l’abbiamo marcato, ma oggi il futuro lo costruiamo – spiega Ezhaya -. La convention di oggi cambia indirizzo e dà una svolta perché mettiamo un nuovo grande progetto sul mercato. Nel 2009 Premium, vincente e intuitivo, ci ha dato un futuro. E’ sul solco di quel successo che ora nasce The Hub”.

Messaggio chiaro al trade
Ezhaya nella sua presentazione non lascia nulla al caso, i suoi collaboratori raccontano di una preparazione quasi maniacale, anche in tutte le parti più scomode. Anche quando mette in chiaro la sua filosofia nei confronti delle agenzie. “L’alleanza con il trade, un pezzo di trade, è stata la massima soddisfazione. Niente incide di più sui risultati della fiducia reciproca. Bisogna fare tornare i clienti in agenzia e per farlo dobbiamo stupirli con prodotti entusiasmanti”.

La scelta
È un passaggio per step per arrivare al cuore delle decisioni. “Abbiamo deciso di ridurre la base distributiva del gruppo. Non sono mancate critiche, ma ci vuole buon senso prima ancora che coraggio”. Il taglio è di quelli capaci di far fare il classico salto sulla sedia: da 8500 a 4500; di queste 2500 seguite direttamente dalla struttura commerciale, completamente rivista. Ma i numeri imponenti del taglio derivano da numeri a monte, quelli che fanno prendere le decisioni: il fatturato.

I numeri non mentono
“Chi continuerà a lavorare con noi rappresenta il 95 per cento dei ricavi. Il resto è spreco di risorse - insiste il d.g. -. Dobbiamo qualcosa a quelle agenzie che producono con noi. A loro cosa restituisco? Una scelta chiara, netta e radicale sul territorio. Metterli in condizione di vendere il nostro marchio con condizioni diverse”.

Nessun ripensamento
Il passo è fatto e dai toni si capisce subito che non ci sarà una marcia indietro. Come per la nuova impostazione di casa Alpitour, i tempi di gestazione sono stati lunghi e meditati. Fatte le valutazioni del caso, il leader di mercato ha forse tracciato una nuova rotta. E comunque ha ricominciato a ribadire la propria leadership.

Non possiamo pagare commissioni a tutti
Pier Ezhaya va poi ancora più a fondo e mette a nudo il mercato completamente trasformato. “I tour operator non ce la fanno più a pagare queste commissioni che ci sono sul mercato perché abbiamo in pancia tutti i rischi. Il mercato deciderà quante agenzie dovranno esserci in Italia, noi decidiamo a chi distribuire i cataloghi. Agli altri no. È una scelta, è l’ora delle scelte. Non possiamo sostenere i costi. Vi chiederemo di sceglierci. E lo cambieremo questo mercato. Come con il progetto Premium”.

Crederci ancora
Il manager si concede qualche citazione, spazia da Montale a Vecchioni. Vuole anche un po’ stupire, ma soprattutto cerca un sostegno autorevole su un ulteriore concetto: quello che non vuole più essere, lui come Francorosso. “Io non appartengo più al muro contro muro, a chi chiede il 2 per cento in più, a chi tanto siete tutti uguali, a chi tanto c’è vuole chiudere questo settore. Non bisogna smettere di credere. È una parola complicata da usare nel lavoro. Ma io non so lavorare senza credere a un progetto o un futuro migliore. E in voi, nel trade, in quella parte che a sua volta crede in noi e mette la sua faccia davanti al cliente. Ho ancora la speranza che gli uomini possano fare la differenza”.

Finale a effetto
La rotta è tracciata. Il finale ha il tono di chi vuole essere leader sul mercato e riprendersi gli spazi persi per strada. “I leader sono quelli che cambiano le cose – è il saluto di Ezhaya -. Noi lanceremo nuove idee. Non aspetteremo sulla riva del fiume. Forse il peggio è passato. E faremo questo percorso ancora insieme. Oggi nasce un nuovo progetto: bentornata al mondo Francorosso”. Il dado è tratto.

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