Viaggi del Ventaglio - Parte seconda

Erano i primi anni ottanta, forse il 1983 o il 1985, e avevo deciso di passare le vacanze con famiglia in un villaggio in Tunisia e uno dei primi ‘villaggi’ tunisini, gestito totalmente da un tour operator italiano, era a Djerba - Helios Ventaclub -.

Già allora le quotazioni più favorevoli  per noi agenti - le famose ‘quote agenti’ - le riconosceva solamente I Viaggi del Ventaglio, tour operator fra i primi ad inventarsi queste quote che erano veramente molto vantaggiose.

Arrivammo al resort e due file di ragazzi con allegria e animati da grande voglia di darci il benvenuto ci offrirono subito un drink esotico e dopo le prime classiche formalità ci misero al polso una specie di stringa-braccialetto di plastica e ci spiegarono che questa semplice formalità era per il ‘tutto incluso’ (procedura che allora era in voga solo nei villaggi di un noto t.o. dei club francesi).

Io, che già allora dirigevo la mia agenzia ma non ero al banco vendita, e quindi non conoscevo molto bene i villaggi italiani all'estero, non sapevo bene cosa fosse questo ‘tutto incluso-all inclusive’ e dopo poche ore lo scoprii alla classica riunione di benvenuto delle assistenti Viaggi del Ventaglio. Divisa supercolorata, sorrisi di grande allegria, sigla del villaggio, grande animazione, rispetto per l’ambiente, cibo e bevande all'italiana e sentire la nostra lingua parlata all'interno di tutto il villaggio, anche dalla maggior parte del personale arabo.

In pratica io agente di viaggi scoprii a Djerba che in Italia il primo tour operator che iniziò ad orientare il mercato italiano verso il concept dell’all inclusive era proprio il Ventaglio e mi ricordo di aver telefonato allora alle mie collaboratrici, alle quali spiegai bene che lì nel resort praticamente potevamo mangiare e bere a qualsiasi ora della giornata… Una grande novità per quei tempi, quando al massimo riuscivi ad avere la pensione completa e bevand a parte e a pagamento!

Certo avevo letto su riviste specializzate che nell’area caraibica era nato questo concept dell’all inclusive, ma per gli italiani certamente quello era ancora un concept molto lontano in quanto noi non eravamo per niente abituati ad andare in vacanza e lasciare il portafogli nella cassaforte alla reception; perchè durante la vacanza non avremmo avuto bisogno di spendere nulla!

In quegli anni  Viaggi del Ventaglio diventò per noi agenti di viaggi l’eccellenza del tutto compreso, portando peraltro qualcosa di più del solo sistema di trattamento del cibo, ma un all inclusive tutto italiano: dalla sigla del villaggio alla creazione di un altro concetto che poi scoppierà con internet e cioè l’idea di far parte di una tribù o di far parte di una community, si dirà… qualche decennio dopo!

Di fatto, su questo saper curare l’ospite del villaggio il Mr. Bruno Colombo & Company diventarono a poco a poco dei veri ‘maîtres d’imiter à faire de l'école internationale’ come mi dicevano allora i miei amici della hotellerie del Nord Africa e solo come sapevano fare i Colombo nessuno sarebbe più riuscito a fare.

Peccato però che dopo circa 25 anni di successi tutti sappiamo come sia andata tristemente a finire, ma pochi di noi sanno bene e realmente che cosa sia successo e certamente l’ obiettivo centrato nei primi anni di operatività in giro per il mondo creò troppo risentimento e rivalità in altri tour operator, al punto quasi da ‘boicottare’ la scuola di filosofia pratica nell’accoglienza dei villaggi.
 
Perché Viaggi del Ventaglio alla metà del primo decennio duemila dopo le Torri Gemelle iniziò a scricchiolare e a cadere pezzo dopo pezzo?

Questo lo potrete leggere nella terza parte di questi miei scritti e naturalmente quella sarà la mia ‘vision & sentiment’ da agente di viaggi di provincia.

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