Un cono autenticità e cioccolato

Ben tornata primavera e con l’aria più profumata e calda ritorna anche la voglia di gelato e di vacanze. Dunque concedetemi di partire proprio dal cono gelato - che ci fa tornare tutti un po’ bambini - per arrivare a parlare di turismo.

Un bel gelato dicevamo…. basta fare quattro passi in centro e ovunque le gelaterie sfoderano nocciole del Piemonte e pistacchio di Bronte, garantendo una produzione artigianale, o come direbbe Grom: “Il gelato come una volta… “, costruendo così l’idea di una tradizione e di un gusto come nel passato “buono”; e non importa poi se la tecnologia utilizzata ha davvero poco a che vedere con le gelaterie di una volta e se oggi il marchio è proprietà di una multinazionale come l’Unilever. È il racconto della tradizione e della preservazione che conta, sapientemente sviluppato in più direzioni.

La divagazione non è casuale, come non casuale è l’assonanza con il claim di una pubblicità con cui si promuoveva la Croazia alcuni anni fa: 'Il mediterraneo com’era una volta', anche in questo caso “luogo preservato” naturalmente e culturalmente.

Due esempi di quella che possiamo definire “economia dell’autenticità”, un macro trend che già dal 2005 cominciava a diffondersi ed affermarsi nei diversi settori, sostituendosi all’“economia delle esperienze”.

Tutti, credo, in questi anni abbiamo sentito parlare di esperienza, di quanto la dimensione soggettiva prevalesse sull’oggettività del prodotto. Io stessa nel 2001 sostenevo che ormai nel turismo l’esperienza stava diventando più importante della destinazione. Tuttavia nel corso degli anni, anche il mercato delle esperienze si è saturato (non solo nel turismo); a poco a poco, gli individui hanno cominciato a fare delle differenze, a selezionare, a ricercare e privilegiare le esperienze che potevano definirsi autentiche. E oggi i “consumatori” continuano a farlo in maniera sempre più selettiva ed esigente. In altre parole l’idea che le persone hanno dell’autenticità si è affinata, è cambiata negli anni e ha assunto diverse forme e sfaccettature, quindi anche rappresentazioni differenti.

Dal gelato artigianale, fatto solo con ingredienti “naturali”, alle campagne di Dove sulla "bellezza autentica” dove le modelle perfette (quasi “finte”) sono state sostituite da donne “vere”, fino all’oggetto di design che recupera materiali e lavorazioni antiche pur nel segno di uno stile unico firmato, il filo conduttore è sempre l’autentico, tradotto in modi differenti e proposto con diverse strategie.

Esempi lontani dal turismo? Non mi pare; basti pensare agli alberghi diffusi tra Salento e Matera, con arredi e colazione Km0, al portale Italian Stories che collegano turismo e artigianato locale, ai video virali di promozione di territori che si basano su riprese amatoriali dei visitatori “veri”, fino al social trekking si che si propone come mezzo per ritrovare, nel contatto con la natura, anche e soprattutto un contatto vero con le persone, il recupero di una socialità autentica.

D’altra parte un famoso resort a Mauritius offriva ai propri ospiti la possibilità di trascorrere una giornata con i nonni del personale dell’animazione, così da poter entrare in contatto con la vita “vera” delle persone locali; si può fare la spesa con loro al mercato e cucinare insieme piatti della tradizione locale…. più reality di così!

Esempi molto diversi dunque, che se da una parte confermano il macro trend dell’autenticità, dall’altra dimostrano come possa essere raccontata in modi differenti e con effetti differenti.

La sensazione è che spesso ci si affidi all’idea di “aggiungere un pizzico di autenticità” per indorare la pillola, ma poi, di fatto, si abbia un’idea poco chiara di quale strategia si stia usando, quale autenticità si stia proponendo e a chi.

Non tutti abbiamo la stessa idea di autenticità e oggi il macro trend ha assunto forme e linguaggi molto variegati, al punto che c’è da chiedersi se esiste una sola autenticità o ce ne sono molte. Se abbia ancora senso pensare all’autenticità solo come riproposizione di tradizione e artigianato o se basti citare un hashtag su una pubblicità per renderla più credibile.

Ti è piaciuta questa notizia?
Condividi questo articolo
Iscriviti a TTG Report, la nostra Newsletter quotidiana
Più lette
Oggi
Settimana