Malaysia cambia rotta: un anno da dimenticare

Due incidenti nel giro di quattro mesi e una ristrutturazione che porta dritto al taglio di 6mila posti di lavoro e all'uscita del titolo dalla Borsa.

Il 2014 è stato un anno decisamente difficile per la Malaysia Airlines, la compagnia asiatica che fino alla primavera scorsa godeva di buona reputazione in materia di sicurezza ed è ora finita nell'occhio del ciclone per una sequela di drammatici disastri aerei.

Il primo a marzo quando un Boeing 777-200 scompare sulla rotta Kuala Lumpur-Pechino senza lasciare traccia. A luglio è invece un altro Boeing 777-220 a essere abbattuto da un missile sui cieli dell'Ucraina e non passano due settimane che una collisione viene sfiorata all'aeroporto di Adelaide, in Australia, nella fase di decollo.

E se la fobia finisce per contagiare i viaggiatori, con prenotazioni precipitate di oltre un terzo, la paura non risparmia nemmeno gli addetti ai lavori, tanto che sono 186 i membri dell'equipaggio che, preoccupati per la sicurezza, finiscono per presentare le dimissioni.

Pesanti anche le ricadute sugli equilibri finanziari del vettore con perdite che nel secondo trimestre arrivano a quasi 100 milioni di dollari, il doppio rispetto all'analogo periodo del 2013. Decisamente troppo per la compagnia di Kuala Lumpur che, dopo aver valutato perfino l'ipotesi di cambiare nome, vara un piano di ristrutturazione che, oltre al taglio delle rotte intercontinentali e all'uscita del titolo azionario dal mercato, prevede il licenziamento di 6mila addetti, circa un terzo della forza lavoro totale.

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