Tre buone ragioniper sostenere Alitalia

Primo: un marchio italiano. Basterebbe questo a spiegare perché anche questa volta bisogna credere in Alitalia. La compagnia aerea ha bisogno del sostegno di tutta la filiera, agenzie e tour operator in primis: perché al di là di tutto quello che Az ha fatto sinora, giusto o sbagliato che sia, il mercato non può farne a meno.

Alitalia, del resto, porta in giro il tricolore, a partire dalla livrea. Che è vero che cambierà, ma il direttore commerciale Ariodante Valeri ha garantito che i colori rimarrranno quelli. "E ci mancherebbe" ha rimarcato.

Secondo: questa volta i soldi ci sono - quelli di Etihad - e le buone intenzioni pure. Alitalia a parole ha più volte sottolineato di credere nella distribuzione, rimarcando che "è necessario riscrivere il rapporto con il mercato, ascoltando tutti e stando di persona sul territorio - ha sottolineato Valeri -. Perché dalle adv ai t.o., passando per gli incentive, sono tutti clienti di pari valore”. L’importante è trattarli nel modo giusto e TTG Italia si impegnerà a seguire passo passo le politiche che il vettore metterà realmente in atto, come ha già fatto negli scorsi mesi.

Terzo: il nuovo network garantirà un’ampia copertura a lungo raggio direttamente dal nostro mercato. Pechino e Seoul a partire da quest’anno, Santiago del Cile e Città del Messico dal 2017 e San Francisco dal 2018, solo per citare le novità da Roma. Mentre da Milano Malpensa saranno giornalieri i servizi su Abu Dhabi, così come quelli su Tokyo; Shanghai invece sarà servito tre volte a settimana.

Una programmazione che non renderà più necessario dover transitare dai grandi hub europei e che testimonia che Alitalia ha finalmente ritrovato il coraggio di fare grandi investimenti. In alcuni casi si tratta di impegni immediati in altri più a lungo termine, ma la filosofia sembra essere cambiata.

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