Parte l'indagine sul costo dei biglietti aerei

Un dubbio e tante ipotesi per ora, ma sufficienti per avviare un’indagine che potrebbe creare forte scompiglio nel mondo del trasporto aereo.

Parte dagli Stati Uniti una ‘crociata’ contro quello che potrebbe essere definito cartello dei prezzi da parte dei principali vettori degli Stati Uniti. Un’accusa che ha spinto il dipartimento di Giustizia statunitense ad aprire ufficialmente un’indagine e che ha smosso da subito la Business Travel Coalition, recente protagonista dell’avvio di una lobby contro Lufthansa, a chiedere all’Unione europea di fare altrettanto.

Tornando però Oltreoceano, il Doj avrebbe avviato la macchina delle indagini, mettendo sotto inchiesta l’andamento dei prezzi dal 2010 a oggi, secondo quanto rilanciato da Associated Press e ripreso in Italia da Repubblica. Nel mirino l’ipotesi che sia stato messo un ‘tetto’ ai posti liberi disponibili in aereo per mantenere a livelli più alti i prezzi dei biglietti. Di più: le major avrebbero anche mantenuto un contatto, sempre secondo le accuse del Dipartimento, per coordinare livello dei posti, nuove rotte e voli aggiuntivi.

Il teorema accusatorio vedrebbe come ingiustificato il +13 per cento dei prezzi dei biglietti registrato in questi 5 anni considerando l’andamento del prezzo del costo del carburante, in particolare nell’ultimo anno, quando a fronte di una netta discesa del prezzo del petrolio non si è riscontrata alcuna diminuzione delle tariffe medie.

Pronta la risposta dei vettori: pur dichiarandosi disponibili a fornire ogni forma di collaborazione per le indagini, hanno contestato ogni accusa.

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