Fee sui gdsdi Lufthansa: la lista dei Paesi salvati

Alcuni sì, altri no. Se qualcuno pensava che la Dcc (ovvero la fee di 16 euro sulle prenotazioni via gds) di Lufthansa fosse inarrestabile, si sbagliava. A bloccarla, perlomeno in alcuni Paesi, sono gli stessi governi centrali.

In base a una nota inviata ai propri membri dall’Ectaa, l’associazione europea degli agenti di viaggi e dei tour operator, Lufthansa avrebbe annunciato che la Dcc sarebbe in vigore in tutto il mondo, ma con qualche eccezione.

Il documento Ectaa parla di una ‘esenzione’ per i viaggi in partenza da Brasile, Cina, Hong Kong, Iran, Libia, Nuova Zelanda, Tunisia e Yemen. Il motivo? L’introduzione della fee in questi Paesi richiederebbe l’autorizzazione dei rispettivi Governi, che dovranno dare o meno la propria autorizzazione.

Intanto, Lufthansa ha anche chiarito alcuni dettagli sulla Dcc. In particolare, quest’ultima verrà applicata una volta sola a biglietto e quindi, in caso di riemissione, non verrà riaddebitata; tuttavia, si tratterà di un elemento non rimborsabile.

Per quanto riguarda le componenti della tariffa, Lufthansa avrebbe precisato che in un primo momento i 16 euro di fee non comparirebbero sotto il codice OB, ma sotto quello YR (ovvero la sigla che indica il corrispettivo dovuto per la vendita del biglietto). Un dettaglio sul quale Ectaa starebbe effettuando delle verifiche.

Ma anche Fiavet ha drizzato le antenne su questo punto: in una nota a firma del responsabile settore trasporti Ernesto Mazzi, la federazione afferma che “la sigla YR viene già impiegata da numerose compagnie aeree come identificativo per il fuel surcharge”; l’uso dello stesso codice, dunque, “rischia di ingenerare confusione nei confronti del passeggero/consumatore finale”, precisa ancora. Per questo, l’orientamento di Fiavet è quello di chiedere la sospensione della Dcc fino a quando non sarà implementata in tutti i gds la sigla OB.

La questione della fee di Lufthansa è anche approdata al Parlamento Europeo, con un’interrogazione presentata da Claudia Tapardel (Romania) che ha domandato se la commissione stesse prendendo provvedimenti per proteggere i consumatori ed evitare distorsioni del mercato. L’interrogazione è stata presentata il 5 agosto e, secondo il regolamento, la risposta è attesa entro 6 settimane.

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