Territori e low cost, come evitare la dipendenza e non perdere turisti

Serve un cambio di passo per liberare i territori italiani dalla dipendenza dai vettori low cost.

È la soluzione avanzata da Josep Ejarque (nella foto), presidente di FourTourism, società di consulenza di destination management marketing e web marketing territoriale. La situazione in cui si trovano alcune regioni italiane, che fanno eccessivamente dipendere i propri flussi turistici dagli investimenti dei vettori low fare, non è più sostenibile, scrive Ejarque nella newsletter mensile pubblicata da FourTourism.

Una situazione che, come nel caso della Puglia o della Sardegna, è balzata nuovamente agli onori delle cronache in di queste ultime settimane, grazie al caso di Ryanair. Perché allo stato attuale, “se ad Alghero Ryanair non conferma le rotte, potrebbe verificarsi una forte diminuzione degli arrivi in una stagione in cui l’Italia potrebbe invece riacquisire forza”.

Di fatto, ripercorre Ejarque, “il meccanismo è semplice: Ryanair si è creata una base solida di clienti e obbliga i territori a pagare per potervi accedere – scrive Ejarque –, pretendendo che i contributi gli siano riconosciuti con l’acquisto di spazi pubblicitari. Magicamente, le destinazioni pagano e arrivano i voli”. Il problema, dunque, “è che i territori sono fortemente ricattabili”.

Ma la soluzione, secondo Ejarque, potrebbe risiedere nell’attuare le stesse politiche di Francia e Spagna, le cui amministrazioni regionali hanno introdotto misure per tutelarsi da questo meccanismo. Per esempio, riporta Ejarque, “elargendo contributi perfettamente legali, in accordo con la Ue, ma di entità decisamente inferiore rispetto a quelli tradizionalmente richiesti”. Una strategia che sta portando benefici ai territori, senza che venga per questo penalizzato il turismo.

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