Tutte le cifredella low cost che dà lavoro all'Italia

Ha creato 1,5 milioni di posti di lavoro in Italia negli ultimi 10 anni e ancora ne verranno creati nel prossimo futuro. Gli investimenti di easyJet sul nostro mercato hanno un impatto economico e sociale che acquista sempre più rilievo, con una connotazione sociale decisamente marcata. La compagnia arancione viene sostanzialmente ritratta così in un recente studio pubblicato da Sociometrica, che ha valutato gli effetti dell’attività del vettore sull’economia tricolore.

Le ricadute sull'occupazione
A livello occupazionale, nel 2015 la low cost capitanata da Carolyn McCall e guidata sul nostro bacino da Frances Ouseley, ha generato in Italia 209mila posti di lavoro, consoderando anche l'occupazione creata nell'indotto. I posti diretti sono infatti 1.412, tutti assunti con contratto italiano e non estero. Inoltre il vettore, secondo l'analisi Sociometrica, ha migliorato il grado di connettività di alcune destinazioni come Napoli, agendo in maniera positiva su quella che è la ‘cultura collettiva’.

Sul fronte turistico, i passeggeri che easyJet ha movimentato  nel 2015 sono stati oltre oltre 15 milioni 500mila passeggeri; e considerando i soli flussi incoming, la loro presenza media è stata pari a 5,7 giorni. Creando  un totale di 174.174 posti di lavoro generati dalla sua presenza esclusiva, a cui serve sommare i 1.412 posti diretti.

E con un volume negli ultimi 10 anni di 112.609.327 passeggeri movimentati, i posti di lavoro creati sono stati oltre 1 milione 502mila.

Network, retribuzioni e quote rosa
Oltre alle cifre, uno degli aspetti su cui insiste particolarmente la ricerca è l’ampiezza del network sull’Italia, che copre non solo l’asse Nord-Sud, ma è anche completo a nell’ambito Sud-Sud, cui si affianca l’attenzione per la qualità del lavoro garantita ai dipendenti.

Stando ai dati Sociometrica, la retribuzione media lorda dei dipendenti easyJet è più alta della media del settore, con particolare attenzione in quanto a politiche aziendali per la componente femminile della forza lavoro.

Un aspetto che non deve sorprendere, se si pensa che lo stesso ceo della compagnia aveva detto qualche mese fa di voler arrivare nel 2020 ad avere almeno il 20% di donne in più all'interno del programma di training per diventare pilota.

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