Il commento del direttore
Remo Vangelista
Lo aveva detto sin dall’inizio, James Hogan, che avrebbe voluto fare di Alitalia una compagnia 'sexy'. Lo aveva sottolineato in occasione della sigla dell’intesa per il salvataggio di Az da parte di Etihad; lo aveva ripetuto in occasione della prima presentazione ufficiale della nuova Alitalia sotto l’egida di Abu Dhabi (nella foto, un momento della presentazione avvenuta nel gennaio 2015); e ancora, instancabilmente quando era avvenuta la presentazione della livrea rinnovata della flotta Alitalia.
Tutto nell’arco di pochi mesi, con il tono ‘friendly’ che lo ha sempre contraddistinto. Le intenzioni sicuramente non mancavano, ma l’ambizione di fa scalare alla sua Etihad i cieli d’Europa attraverso le operazioni Air Serbia, airberlin e Alitalia evidentemente è stata troppo affrettata. Soprattutto se contestualizzata a uno scenario di mercato così competitivo come quello europeo, per buona parte in mano alle low cost.
La partenza sembrava essere stata buona, con un totale rinnovamento dell’immagine della compagnia italiana, ma nei mesi il rilancio di Alitalia sembra essersi fermato qui.
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