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Rispunta il nome di Aeroflot tra i possibili cavalieri bianchi che potrebbero salvare Alitalia. Il calo dell'interesse alla fusione da parte di Air France-Klm per Az e il congelamento agli aspetti puramente commerciali delle relazioni con Etihad, sembrano aver lasciato campo libero all'avanzata della compagine russa.

Il nome del vettore era già comparso nella lista dei possibili acquirenti di Az nel 2008. Dopo un sondaggio a livello manageriale, secondo quanto riporta l'edizione odierna di Repubblica, in questa fase una delegazione Aeroflot avrebbe già anche tenuto, nei giorni scorsi, un incontro a livello politico, finalizzato a sondare la fattibilità dell'operazione.

Enrico Letta e il presidente di Alitalia, Roberto Colaninno, si sarebbero seduti al tavolo per fare il punto su posti di lavoro e solidità delle intese con i potenziali acquirenti di Az, anche perché il tempo stringe e il ritorno al pareggio operativo è stato fissato per il 2014. E il rischio che la bomba Alitalia possa esplodere proprio subito dopo l'estate potrebbe non essere così distante.

Sul fronte operativo le manovre a marchio Del Torchio sono già iniziate. In attesa di mettere a punto il piano industriale che dovrebbe delineare il concreto nuovo corso della compagnia ed esser pronto entro questo mese, l'amministratore delegato ha fissato alcuni punti: re-hubbing a Fiumicino di 19 aeromobili, pur senza compromettere le operazioni su Milano; taglio di salari e stipendi per dipendenti (5 giorni lavorativi in meno al mese) e manager (rinuncia a una quota dal 10 al 20 per cento degli emolumenti a seconda del grado); aggressive manovre di pricing che puntano dritto a macinare volumi e sottrarre quote all'avanzata del treno. Le prossime mosse sono destinate ad arrivare a breve.

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