"Abbandonata a London Gatwick"

Ironia della sorte..! Dopo anni che dalla mia tastiera sgorga, quasi in automatico e al ritmo di almeno una volta alla settimana, la fatidica frase "previsti disagi nel trasporto aereo", ecco che ci piombo dentro in carne ed ossa!

Ebbene sì, ho vissuto sulla mia pelle la mia piccola odissea (nello spazio ma anche in terra), confermando quanto sinora mi ero sforzata di comprendere attraverso testimonianze dirette (quelle di tv e web) o indirette (quelle, ancor più preziose, di chi sta dietro al banco dell'agenzia a risolvere problemi dei clienti in viaggio).

Una notte buia e tempestosa…
Data: 23 dicembre 2013; Aeroporto: Caselle; Volo: BA2579; Destinazione: London Gatwick. Facendo il check-in mi dicono che il volo in arrivo è in ritardo per le condizioni atmosferiche nei cieli inglesi: controllo sul sito della compagnia, scendo al livello Arrivi per leggere il tabellone generale.

Il ritardo è notevole ma, alla fine, l’aereo atterra e alle 21 circa ci si imbarca (evviva). Salgo e chiedo alla hostess com’è il tempo a Londra: "Vento pazzesco e pioggia fortissima da ogni direzione, terribile!" (dalla sua espressione si intuiva che, forse, avrebbe preferito rimanere a Torino).

Si arriva nello spazio aereo Uk e il comandante ci informa che l'atterraggio subirà un ritardo: infatti, in attesa di 'tempi migliori', gira per mezz’ora su Gatwick, poi inizia la discesa, cioè inizia la tempesta perfetta.

E inizia anche l'avventura da brivido che alcuni passeggeri, sbarcati a terra, ho sentito dire esser contenti di poter raccontare (in effetti, non mi era mai successo prima di sentir urlare tutti a bordo e stritolarsi la mano tra vicini di poltrona), tanto che al touch down qualcuno si lascia scappare un applauso.

Bagagli spariti
Si passa l’immigration e la cronaca prosegue. Anzi, è adesso che inizia l'odissea. Quindi non perdetevi questa puntata.

Consolati dal fatto che all'arrivo si guadagna un'ora di fuso, tutti - e quando dico tutti intendo i passeggeri di sei o sette voli BA - puntiamo lo sguardo sul tabellone con i numeri dei nastri di riconsegna bagagli.

Mezz'ora e nulla accade, tre quarti d'ora e ancora c'è la scritta 'Wait'. È mezzanotte, di aspettare non abbiamo più voglia, vogliamo soltanto i nostri trolley e correre a prendere un treno per andare in città. Troppo bello, troppo normale.

Improvvisamente ci scuote dall'assopimento un annuncio (rigorosamente solo in inglese): "A causa di un guasto, tutti i bagagli di tutti i passeggeri dei voli British NON saranno riconsegnati". Ci si guarda con terrore. L'avviso vocale finisce lì, non dice altro. In barba ai diktat della Commissione europea sull'obbligo di informare dettagliatamente i passeggeri e assisterli.

Inizia la spiacevole sensazione di sentirsi abbandonati a se stessi.
Prendiamo d’assalto un addetto alla sicurezza, che ci dice di scendere al piano inferiore dove c’è un banco della compagnia. Scendendo sulla scala mobile, si presenta una scena incredibile: un assembramento di gente inferocita che sventola i tagliandi dei propri bagagli pretendendoli da lì a pochi istanti; dall'altra parte del bancone un uomo in camicia bianca con logo British che si limita a dire "i vostri bagagli non ci sono, tornate domani mattina dopo le 7".

Ma come, perché? Ditecelo! Siamo a Londra, nella civilissima Londra, caspita! Certe cose non te le aspetti…

Treni fantasma
La scena si sposta alla stazione ferroviaria: sotto il diluvio si aspetta un treno che non arriva mai. Sul tabellone inizia una sequenza di cancellazioni di treni e ritardi pesantissimi.

La situazione si mette male al binario 5. Non ci sono prospettive, non c'è scelta: si balza tutti sul Gatwick Express al binario 4, consapevoli di poter incappare in una multa (almeno questo non è accaduto, per fortuna). Alla fine London Victoria ci appare come la terra promessa.

Vigilia tra cataste
Mattina di martedì 24 dicembre. Sveglia presto, breakfast e si riparte verso nuove avventure. C'è poco tempo per fare tutto: recuperare la valigia e rientrare a Londra in tempo per il treno delle 16 per Edimburgo, meta finale del mio viaggio. Ma altre sorprese sono in agguato.

In effetti, è proprio così. Purtroppo le news meteo dicono che c'è stata un'alluvione nel Sud Inghilterra e che una centralina sulle Southern Rail è bruciata per un fulmine. Morale: non ci sono treni per Gatwick e nemmeno posti sugli autobus. Si va in treno sino a Croydon e poi in taxi sino all'aeroporto.

Intanto il conto del 'disagio' diventa sempre più salato. Lo scenario, al terminal, è allucinante. Apprendo, finalmente, il motivo dei disguidi della sera precedente: guasto all'impianto di smistamento bagagli. I passeggeri che fanno il check-in non possono depositare le valigie sul rullo, ma accatastarle lungo i muri sotto cartelli scritti a mano con la destinazione finale per poi essere caricate manualmente sugli aerei.

Nessuno, però, sa dare informazioni sui nostri bagagli. Ci si arma di pazienza (è Natale, si deve esser più buoni). Ecco un banco informazioni affollato. Lì sanno qualcosa e ci mandano da una signora in divisa British Airways che si appunta su un taccuino i riferimenti dei nostri talloncini.

Dopo un’ora, ecco la valigia! Ma non è finita: treni per Londra tutti cancellati. Corsa verso il bus National Express. Alle 15.15 altro approdo a Londra, alle 16 treno per la Scozia. Tutto fila liscio.

Il 25 dicembre è stato un gran bel giorno.

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