Az prova il rush finale

Una settimana calda, riempita dall’arrivo in Italia del ceo di Etihad James Hogan.

Incassato il sì, anche se non unanime, da parte dei sindacati sul tema degli esuberi, ridotti di alcune centinaia al fotofinish, il tavolo delle trattative di Alitalia si sposta oggi sul fronte delle banche, per completare l’iter sulla riduzione del debito.

L’accordo di massima sembra esserci, ma alcuni istituti (Mps e Popolare di Sondrio, secondo quanto riportato da La Stampa) stanno ancora dimostrando scetticismo di fronte al peso economico da sostenere per cancellare il debito pregresso. Una situazione che sembra comunque senza alternative, come hanno detto a chiare lettere la scorsa settimana sia il premier Matteo Renzi sia il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi: o si fa l’accordo o per Alitalia si apre il baratro del fallimento.

Ma all’orizzonte sembrano ora più vicini i fondi e gli investimenti di Abu Dhabi nella compagnia, con una cifra annunciata pari a 1,2 miliardi di euro; l'unica via per avviare un rilancio di Az più volte annunciato nel corso degli anni e mai compiuto. Nella speranza che i bastoni tra le ruote non li metta l’Unione europea spronata dai competitor, poco propensi ad applaudire l’accordo; Lufthansa in testa.

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