C'era una volta...

Uno degli aspetti che spesso non vengono tenuti nella dovuta considerazione da chi analizza l'evoluzione del settore turismo è il cambio generazionale.

Io sono un 'figlio d'arte', cioè sto continuando l'attività iniziata da mia madre 36 anni fa (spero degnamente, in mezzo a tutte le difficoltà causate dalla crisi economica e dal terrorismo che hanno colpito in modo particolare il turismo); non so se mia figlia (che oggi è piccola) sarà un'agente di viaggio di terza generazione, che magari manderà i clienti sulla Luna...

In molti si ricorderanno le edizioni della Bit di ormai qualche anno fa, di quando si svolgeva nella fiera di 'Milano Città', per smetterla di usare troppi termini stranieri...

Tornando all'attualità, siamo reduci dalla Bit 2016, in un certo senso tutti, anche coloro che non ci sono andati, perchè comunque se n'è parlato prima, durante e dopo, sui giornali di settore e non solo, sui social e sui blog, come stiamo facendo anche qui.
Inutile negare che anche questa edizione è stata criticata, sia per la formula che per i contenuti, soprattutto sui social forse perchè scatenano le sensazioni più istintive ("il web ha dato diritto di parola agli imbecilli", Umberto Eco, cit.).
La sostanza è che non esiste più nè la Bit di un tempo, nè il mercato turistico di un tempo. Tutto è cambiato (parte in meglio e parte in peggio) e pertanto è normale che anche quella che era certamente la manifestazione fieristica più importante del turismo in Italia non sia più la stessa; il problema semmai è capire davvero se oggi è in linea con le esigenze di questo importante settore e a chi desidera rivolgersi. Non sta a me, qui, fare  altre considerazioni, che eventualmente lascio ai lettori.

Sull'altro fronte della promozione turistica italiana c'è l'Enit, o forse sarebbe meglio dire c'era...?
Per chi ha seguito le puntate precedenti, non certo solo in questo blog, ma sui giornali, ha notato che l'Enit di un tempo non c'è più: sia nella forma (societaria) sia nella sostanza; ad esempio, sta quasi sparendo dalle maggiori fiere internazionali (fino a fine febbraio non era ancora stata confermata la sua partecipazione a Mitt, che si terrà a Mosca dal 23 al 26 marzo; che risultato potrà avere una preparazione "last minute" per una fiera internazionale?).

Continua a mancare una strategia unitaria a livello nazionale sul turismo; resta comunque il problema che questa materia è gestita su base regionale. Il vero problema, però, è che continua a non esserci una vera volontà istituzionale (e politica) per trovare una soluzione a vantaggio del settore.

Andamento del turismo in Italia: forti del +3 per cento circa (dichiarato) di occupazione alberghiera della scorsa estate (ma i motivi li conosciamo bene, purtroppo, e non è certo merito della 'politica turistica' messa in atto da governo e istituzioni) si continua più a gongolarsi per i risultati che a trovare migliorie a tutto il sistema, partendo ovviamente dalle regole, che solo chi ci governa può modificare.

E i grandi eventi hanno portato o porteranno vantaggi al turismo italiano?

Expo: non esiste ancora un dato certo - a meno che mi sia sfuggito - su quanto abbia davvero portato al settore turistico (non solo hotels, ma anche DMC, autotrasportatori, guide turistiche, ecc.) e forse non lo sapremo mai. Per ora i dati che arrivano - anche se col contagocce e solo da alcune fonti - sono solo i buchi di bilancio della società, purtroppo.

Giubileo: è solo la mia impressione oppure, dopo un breve periodo prima dell'apertura quando sembrava che a Roma dovessero arrivare milioni di pellegrini, adesso nessuno ne parla più? Forse perchè questo è un Giubileo diffuso? (cioè le Porte Sante che sono state o che verranno aperte sono sparse un po' su tutto il territorio nazionale e internazionale, non solo a Roma).

Olimpiadi a Roma: è prematuro, visto che la decisione anche della reale e definitiva candidatura non è ancora stata presa, ma ne sentiremo parlare forse (spero non in modo propagandistico, ma non mi illudo) durante la campagna elettorale per le elezioni del sindaco di Roma.

Insomma: è forse vero il detto "tutto fa brodo", ma perchè l'Italia non riesce, almeno in gran parte, a darsi un progetto serio, strutturato e realizzabile sullo sviluppo del settore turistico? La risposta che mi sono dato è: costa lavoro e fatica e paga poco...pertanto chi può decidere se fare o meno questa cosa preferisce soprassedere. Ma non ha capito che questo settore ha tanto da dare all'Italia, più che da chiedere, oltre ad essere il settore più bello del mondo.

Cercheremo di approfondire questi argomenti nei prossimi post, sperando di poter commentare un'evoluzione positiva in merito.

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