Antonio Caprarica, la Regina Elisabetta e le agenzie di viaggi

È uno degli inviati Rai più famosi di sempre, dal look impeccabile e la pronuncia perfettamente british: Antonio Caprarica è stato per anni il corrispondente del TG 1 e nel corso della sua carriera ha accumulato viaggi e miglia aeree. Prima il Medio Oriente, quindi l'Afghanistan, dove ha raccontato la ritirata dei carri armati sovietici, poi Gerusalemme durante la guerra del Golfo e infine la Russia di Boris Eltsin.

Nel 1997 viene spostato a Londra, dove ha modo di incontrare più volte Elizabeth Alexandra Mary Windsor, la regina più longeva nella storia della Gran Bretagna: nove anni in veste di corrispondente, durante i quali ha modo di raccogliere aneddoti e informazioni sulla casata dei Windsor, che in seguito racconta nei suoi libri dedicati alla monarchia inglese.

L'ultimo, pubblicato da Sperling & Kupfer, si intitola 'Intramontabile Elisabetta', un ritratto della Regina d'Inghilterra dalla nascita nella casa londinese di Bruton Street nel 1926 ai giorni nostri, senza lesinare su curiosità, dettagli, occasioni ufficiali e crisi famigliari della donna che da sessant'anni porta la corona del Regno Unito.

Una vita passata con la valigia in mano quella del giornalista, con un'alleata preziosa al fianco: "Da trent'anni mi rivolgo sempre alla stessa agenzia di viaggi".

Trent'anni di fedeltà alla stessa agenzia: deve essere molto soddisfatto del servizio...
Ho già troppo da fare per trasformarmi pure in agente di viaggi, un lavoro serio e faticoso. Preferisco rivolgermi all'agenzia di sempre, piccola, affidabile, perfettamente capace di offrirmi un viaggio 'bespoke' direbbero gli inglesi, ovvero tagliato su misura.

Tra terrorismo e nuove tecnologie, il suo modo di viaggiare negli ultimi anni è cambiato?
Non tanto, direi. Il mio motto è sempre stato viaggiare leggero, tanto più in tempi di controlli moltiplicati negli aeroporti. Trovarsi la valigia forzata dagli agenti antiterrorismo statunitensi non è piacevole e il bagaglio a mano evita lo choc.

Nessuna remora, quindi, a prendere la valigia e partire?
Più attenzione nella scelta di mete e percorsi è ormai un obbligo ma questo non basta a evitare tutti i rischi. L'importante è non farne un'ossessione. Non sarà certo Al-Baghdadi a tenermi tappato in casa.

La filiera del turismo in Inghilterra come ha reagito alla Brexit?
Brindando!

Come prego?
Con il crollo della sterlina lo sconto medio su merci e servizi, per chi veniva dall'Eurozona, è stato del 20 per cento, una pacchia. Le prospettive per finanza e immobiliare sono cupe, quindi il turismo rischia di diventare l'unico settore economico in espansione sotto il Big Ben. E visto che i Windsor contribuiscono già per un miliardo annuo al fatturato turistico del Regno Unito, gli inglesi hanno una ragione in più per rimanere attaccati alla monarchia.

Il viaggio che le è rimasto nel cuore?
L'Australia: i suoi deserti e i suoi silenzi, lo spettacolo delle coste, la fresca vitalità delle sue metropoli, la meraviglia della baia di Sydney. Un continente che sembra promettere a tutti una possibilità nuova .

E quello che da sempre sogna di fare?
Ho appena visitato Capo Nord e le Isole Lofoten, che inseguivo da una vita: adesso non sogno, ma mi riprometto di andare dalla parte opposta del mondo, nella Terra del Fuoco e a Capo Horn.

Tre cose che nella sua valigia non possono mai mancare?
Un libro, una cravatta e una giacca da sera.

Ti è piaciuta questa notizia?
Condividi questo articolo
Iscriviti a TTG Report, la nostra Newsletter quotidiana
Più lette
Oggi
Settimana