Sei un agente, stai vendendo? Allora lascia perdere Facebook…

L’autunno è notoriamente la stagione morta delle agenzie di viaggi. A cavallo tra le vacanze estive (che fanno ancora in tanti, per fortuna) e le ferie di Natale (che invece sono ormai appannaggio di pochi) queste settimane vedono spesso le agenzie desolatamente vuote. Con la crisi, anche dicembre non promette nulla di buono, e il saldo dell’Imu sembra aver dato il colpo di grazia.

Quando passo davanti a un’agenzia di viaggi vuota, cerco sempre di sbirciare il monitor del banconista per capire su cosa sta lavorando. La schermata di un gds? Un file Power Point per la presentazione di un viaggio di gruppo? Tante finestre aperte sui meta-comparatori tipo Kayak o Trivago per capire cosa sta scardinando il dominio di Google o delle Olta? Ahimè, spesso vedo solo la mailbox di Libero o di Tiscali (quindi probabilmente la inbox personale, non quella dell’agenzia) e – soprattutto – il bel fondino blu di Facebook. Altro che lavoro, si chatta con gli amici e si commenta il derby della domenica o il vincitore di X Factor…

Quando le cose andavano bene, ci stava pure che – dopo mesi di ritmi indiavolati – l’autunno fosse più tranquillo e rilassato. Ma oggi, con la strage di tour operator e di agenzie cui stiamo assistendo, attendere che il cliente ci caschi in agenzia, si sieda col libretto degli assegni a portata di penna e attenda solo di essere guidato a una difficile scelta tra Maldive e Seychelles, per Capodanno, è privilegio per pochi.

Allora?! Allora, via, fuori, in giro, a caccia (a caccia, sul serio) di clienti! Individuali e aziende: in scuole e associazioni, nei cral e nei gruppi sportivi, all’uscita dei locali e il sabato nei centri commerciali. Perché chi veramente sa vendere viaggi (vedasi le crociere a tema di qualche post fa) il cliente sa che deve andarselo a cercare. E deve combattere per conquistarlo. È una caccia, con vincitori e vinti. E chi vince, non ha tempo di smanettare su Facebook.

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