- 17/12/2025 17:43
Il futuro dell’aviationnelle mani dei piccoli scali
Il futuro dell’aviazione italiana passa soprattutto per i piccoli scali e le micro compagnie aeree. “Fino a qualche anno fa si pensava che il trasporto aereo fosse destinato a concentrarsi tutto nei voli di lungo raggio, mentre ai collegamenti brevi ci doveva pensare l’integrazione col ferro. Oggi invece non è più così” sostiene il presidente Enac, Pierluigi Di Palma.
Il trasporto aereo è insomma a un crocevia, con l’intermodalità che presenta sempre più problemi e rischi e non è più quell’occasione che sembrava essere qualche anno fa. “È il nuovo dilemma dello sviluppo aereo del futuro - aggiunge Alfonso Celotto, presidente dell’Associazione Aeroporti 2030 -. L’integrazione e l’intermodalità possono funzionare bene in aree come il Nord Europa, ma non in realtà come la nostra”.
Insomma, se non è proprio il fallimento dell’unione tra aria e ferro, ci troviamo sicuramente davanti ad un suo ridimensionamento. “Il nostro Paese conta circa 58 scali, molti dei quali piccoli o piccolissimi. Grazie anche alla tecnologia che avanza, in alcune realtà è diventato più conveniente dar vita a piccole compagnie aeree piuttosto che far arrivare il treno, con tempi di realizzazione medio lunghi” sotrolinea Celotto. È il caso della Regional Air Mobility (RAM) italiana, presentata lo scorso 15 settembre da Enac con un primo volo dimostrativo tra Fano e Roma Urbe.
Secondo il nuovo modello di mobilità, la nostra autorità aeronautica prevede un network flessibile, intelligente e capillare, fatto di aeroporti territoriali che connetteranno il Paese con piccoli aeromobili e vettori pet friendly. Con i “Terminal RAM” inoltre l’ente che, tramite Enac Servizi, già gestisce 21 aeroporti, vuole rilanciare gli scali territoriali, a partire da Rieti, Siena, Capua, Pavullo nel Frignano, Milano Bresso e Viterbo. “Non è, però, così semplice - precisa Celotto -. Bisogna trovare un equilibrio economico tra compagnie e aeroporti, altrimenti rischiamo di offrire servizi che non hanno futuro”. Insomma, un dilemma complesso da risolvere dove mobilità, infrastrutture e servizi al cittadino devono trovare un equilibrio, ma l’aereo non sembra voler cedere nulla a favore del treno.