• 08/04/2022 17:16

Giovani talenti dell’ospitalità: il mondo del turismo a caccia di ragazzi

La ripresa post-pandemica inizia a fare i conti con le esigenze delle nuove generazioni. Questo emerge dalla GTO Conference di Catania, prima edizione dell’evento dedicato ai Giovani Talenti dell’Ospitalità.

“Abbiamo creato un’occasione storica di confronto - ha spiegato Kledis Brahimi, ceo & founder di GTO -. Manager di hotel di lusso, direttori d’associazioni, professori universitari, ambassador: i partecipanti al nostro evento sono tutti visionari, persone che riescono a vedere opportunità là dove agli altri non è ancora possibile”.  

Lo ha dimostrato Asia Troisio, studente dell’Università di Bari e co-ideatrice di GTO, mettendo in evidenza i forti divari formativi fra giovani italiani ed inglesi: se in Inghilterra il lavoro nell’ospitalità si affianca allo studio già a 19 anni per un ragazzo e a 21 per una ragazza, in Italia bisogna rispettivamente attendere i 24 e i 26 anni, disponendo poi solo di un 6% di diplomati con già alle spalle una formazione sul campo.

“Le nostre università non incentivano i corsi part-time - ha evidenziato - ma premiano invece chi segue i corsi in presenza, nonostante la didattica a distanza offra la possibilità di ottimizzare i tempi di formazione lavorativa. Le imprese tendono invece a utilizzare i giovani in formazione come risorse compensative per abbassare i costi di manodopera, anziché investire su percorsi d’integrazione”.

L’ospitalità traina il mondo del lavoro
Per Rosario Mastantuoni, food&beverage supervisor, le opportunità d’impiego nel settore restano però fra le migliori, dal momento che l’hospitality - forte di ben 363 istituti professionali alberghieri e 292 turistici - ha un tasso medio di crescita del 4% e negli ultimi 10 anni è stata in grado di generare un posto di lavoro su 5 rispetto all’intero mercato.

Dato confermato anche da Antonio Barreca, direttore generale Federturismo Confindustria, che ritiene però indispensabile detassare le buste paga per investire maggiormente sui giovani.

Con un aumento dei salari minimi, ha suggerito il presidente dell’Istituto di Studi Europei “A. De Gasperi” Antonio Sabbatella, si tornerebbe inoltre a essere attrattivi rispetto all’attribuzione del reddito di cittadinanza.

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