• 30/05/2022 11:05

Mercato alberghiero, tengono i valori del patrimonio immobiliare

Si dimostra resiliente il mercato hospitality in Italia. Lo dice il nuovo Rapporto sul Patrimonio Immobiliare Alberghiero, realizzato dal Dipartimento di Ricerca di WCG – World Capital Group insieme a PKF hospitality group, in collaborazione con Nomisma, RICS, Associazione Italiana Confindustria Alberghi e Federalberghi Roma.

Secondo le ultime stime, infatti, il valore del patrimonio è calato solo del -1,5% rispetto al periodo pre pandemico e ammonta a 116,3 miliardi di euro. Interessante notare poi che l’emergenza ha rappresentato l’occasione per la ristrutturazione e riconversione di molte strutture 3 stelle in hotel a 4, e in alcuni casi a 5, stelle.
I valori relativi agli hotel di lusso, invece, sono stati decisamente stabili rispetto al periodo pre-emergenziale, e in alcuni casi sono stati osservati perfino degli incrementi, e questo grazie alla domanda costante e al consistente pregio degli immobili.

“Stiamo uscendo da due anni di pandemia e la guerra in Ucraina sta complicando le cose, ma il mercato immobiliare alberghiero sta tenendo soprattutto in alcune importanti città come Milano e Venezia e famose destinazioni turistiche come Cortina, la Toscana e la Puglia – commenta Giorgio Bianchi, managing director head of Italy di Pkf - c’è un interesse forte del mercato verso destinazioni che un tempo erano considerate secondarie e che adesso vengono chiamate alternative come Trieste, Genova e Bari. I temi del rinnovamento, del rilancio dell’offerta con nuovi format e concept e della sostenibilità sono fondamentali ed imprescindibili ora e per i prossimi anni.”


I cluster
Dal Rapporto emerge che il segmento città registra un valore pari a 36 miliardi, in piena stabilità rispetto al periodo pre pandemia. Per quanto riguarda la top 10 delle città è Roma, con un patrimonio immobiliare alberghiero di circa 12,8 miliardi, a posizionarsi al primo posto. Segue Milano con un patrimonio immobiliare stimato di 7 miliardi, Venezia con 6 e Firenze con 3,4 miliardi.

Il cluster mare nella sua totalità ha un valore pari a 17,7 miliardi, in lieve diminuzione rispetto al 2020 (-5,3%). Tra le località di mare analizzate è la Campania a posizionarsi al primo posto della top 10 per le strutture ricettive 4 e 5 stelle.

La montagna invece registra un valore totale pari a 3 miliardi, in forte diminuzione rispetto al periodo pre pandemia (-19%).

Le nuove aperture
Per quanto riguarda le nuove aperture, l’interesse nel comparto alberghiero italiano resta molto alto. La strategia adottata dagli investitori è quella di approfittare di questo periodo di transizione per ristrutturare e rinnovare le strutture esistenti e creare nuovi prodotti. Al momento sono in corso 819 attività di ristrutturazione e nuova costruzione, di cui il 65% sarà ultimato entro la fine del 2022. Di queste attività il 71% è costituita da attività di nuova costruzione.

“La voglia di riguadagnare terreno degli albergatori sommata alla domanda ricettiva in ripresa sta rimettendo le basi per un comparto in ascesa e solido - dichiara Mattia Danese, head of hospitality di Wcg – World Capital Group –. Nonostante gli effetti della pandemia, il settore hospitality si sta dimostrando resiliente. L’interesse per questa asset class continua a persistere, a confermarlo le nuove aperture in pipeline previste per i prossimi mesi”.

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