• 01/07/2025 15:04

Limehome: “Eccoil nuovo businessdell’hospitality”

Tra l’hospitality alberghiera e quella degli affitti brevi la terza strada c’è e, in Italia, ha un nome: Limehome. “Purtroppo - spiega Alessandro Giuffrè, Country Manager Italia & Director Expansion dell’azienda - quello degli affitti brevi sta diventando un gran calderone dove si mette tutto. Tengo subito a precisare che noi non siamo come Airbnb, perché Airbnb è un nostro canale di vendita. E mentre ogni alloggio fornito da quel portale è un prodotto diverso, gli appartamenti Limehome sono brandizzati”.

Serviced apartment, dunque, connotati da spazi più generosi rispetto a una camera d’albergo, dalla presenza di una cucina, da una gamma di servizi che un hotel non può offrire e soprattutto da un grado di digitalizzazione tale che ne fa la soluzione più richiesta dalle generazioni più giovani di clientela.

Il ruolo della tecnologia

“Si fa tutto con il telefono - spiega Giuffrè -, dalla ricerca alla prenotazione, dal check-in alla richiesta di servizi addizionali. Durante il soggiorno i nostri ospiti possono interagire da remoto con gli agenti per qualsiasi necessità. Ovviamente – aggiunge – abbiamo player locali e assistenza 24 ore su 24, ma il dato significativo è che l’82% degli ospiti non abbia mai sentito la necessità di interagire con persone in presenza. Evidentemente la tecnologia da noi funziona al meglio”.

Anche il business model di Limehome si basa sulla digitalizzazione: “Il nostro servizio di revenue management - sottolinea Giuffrè - consente ai proprietari di guadagnare di più perché è efficace sul fronte ricavi. Il nostro è un algoritmo molto dinamico, il prezzo arriva a variare anche un milione di volte al giorno, adattandosi in tempo reale agli input di mercato”.

Una crescita impetuosa

Al momento Limehome, nata a Monaco di Baviera nel 2018 e approdata nel nostro Paese solo nel 2023, in Europa ha 10.300 unità contrattualizzate e in Italia 450, ma il ritmo di crescita è impetuoso: “Entro il 2028 - anticipa Giuffrè - intendiamo arrivare a 2.500 unità per un totale di 100-110 palazzi in gestione. Una previsione realistica perché il nostro è un prodotto nuovo, che prima non c’era, e gli spazi di sviluppo sono enormi”.

Si parla a ragione di palazzi perché Limehome si occupa solo di interi stabili, non di singoli appartamenti. “I proprietari - racconta Giuffrè - ce li affidano e noi forniamo loro un servizio chiavi in mano, ridando vita a immobili dormienti. Noi creiamo domanda, non la riduciamo: grazie a noi vecchi hotel, magazzini o uffici in disuso rinascono, tornando sul mercato nel segmento dell’hospitality”.

A breve apriranno gli appartamenti di Salerno e della Costiera amalfitana e, nel primo trimestre del 2026, quelli a Firenze, ma i progetti in ballo sono moltissimi, da Bari e Arezzo a un rafforzamento del presidio milanese. “Le trattative in corso sono innumerevoli - conclude il ceo -: sono i proprietari che ci cercano grazie al passaparola, non noi che cerchiamo loro”.

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