- 03/10/2025 13:08
Alta velocità, uno studio Bocconi evidenzia i benefici dell’ingresso di un terzo operatore
L’apertura del mercato dell’alta velocità ferroviaria in Italia a nuovi operatori potrebbe tradursi in benefici socio-economici e ambientali pari a 482 milioni di euro all’anno. È quanto emerge dallo studio “I benefici socio-economici e ambientali dello sviluppo della concorrenza nel settore dell’alta velocità ferroviaria in Italia” realizzato da Green, centro di ricerca dell’Università Bocconi, presentato a Milano da Oliviero Baccelli, responsabile area trasporti del centro, insieme a Caroline Chabrol, direttrice generale di SNCF Voyages Italia, che ha commissionato lo studio (la società dal 2011, per conto di SNCF Voyageurs, offre il servizio ad alta velocità tra Francia e Italia sotto il marchio Tgv Inoui).
La ricerca fotografa un mercato dalle potenzialità ancora inespresse, dove vincoli infrastrutturali e criticità regolatorie limitano l’ingresso di nuovi player. In particolare, il quadro normativo non garantisce ancora condizioni eque di accesso alla rete, mentre i criteri attuali di assegnazione delle tracce orarie risultano penalizzanti per chi intende affacciarsi al settore. Un ritardo che pone l’Italia in una posizione meno competitiva rispetto a Paesi come Francia e Spagna, dove la concorrenza ferroviaria è già una realtà consolidata.
I vantaggi di un terzo operatore sul mercato
Secondo le proiezioni, l’ingresso di un terzo operatore come SNCF Voyages Italia, che ha annunciato l’intenzione di offrire nove collegamenti giornalieri ad alta velocità tra Torino e Napoli e quattro tra Torino e Venezia, avrebbe effetti rilevanti. I benefici stimati riguardano in primo luogo la riduzione dei costi esterni derivanti dallo spostamento di passeggeri dall’auto e dall’aereo verso il treno: una transizione che, grazie al minor impatto ambientale del trasporto ferroviario, produrrebbe un risparmio per la collettività stimato in 91 milioni di euro ogni anno.
A ciò si aggiunge il vantaggio in termini di tempo: la disponibilità di nuove frequenze e tratte consentirebbe a viaggiatori business e leisure di ridurre i tempi di percorrenza, con un beneficio economico che lo studio quantifica in 200 milioni di euro all’anno. Infine, l’arrivo di un nuovo concorrente inciderebbe sul livello dei prezzi, con una riduzione media del 7% dei biglietti AV e un risparmio complessivo per i passeggeri stimato in 191 milioni di euro.
A regime, il valore di questi tre impatti raggiungerebbe quindi i 482 milioni di euro all’anno. Un risultato che si rifletterebbe anche sull’economia nazionale: con ricavi previsti per 400 milioni di euro al quinto anno di attività, SNCF Voyages Italia potrebbe contribuire al Pil italiano per circa 388 milioni di euro e generare entrate fiscali per oltre 166 milioni di euro, oltre a creare più di 4.100 posti di lavoro.
Il focus sull’impatto ambientale
Lo studio mette inoltre in evidenza l’impatto ambientale positivo del ‘modal shift’. Un treno AV di nuova generazione come il TGV-M di SNCF comporta infatti un costo ambientale per la collettività 18 volte inferiore rispetto all’auto e 26 volte rispetto all’aereo. Per questo, i ricercatori Bocconi suggeriscono di introdurre criteri ambientali nell’assegnazione delle tracce orarie, soprattutto sulle linee sature, privilegiando quei servizi in grado di garantire un maggiore trasferimento di passeggeri dai mezzi più inquinanti alla ferrovia. Dal punto di vista della domanda, l’ingresso di un terzo operatore, secondo lo studio, potrebbe tradursi anche in una crescita complessiva del mercato.
La sintesi dei benefici
Complessivamente, i benefici derivanti dall’apertura del mercato si articolano in tre aree principali secondo i ricercatori Bocconi: il 19% è rappresentato dai vantaggi ambientali, il 41% dal risparmio di tempo per i passeggeri, mentre il restante 40% riguarda la riduzione dei costi dei biglietti.
Caroline Chabrol, direttrice generale di SNCF Voyages Italia, ha rilasciato una dichiarazione che rivela una strategia di espansione in Italia, validata dallo studio Bocconi che hanno commissionato: “Con una presenza consolidata a livello europeo, SNCF Voyageurs gestisce oltre il 40% dell’alta velocità in Europa e il 22% del traffico ferroviario internazionale, con l’obiettivo di raggiungere il 30% entro il 2030. La nostra strategia di espansione in Italia, che prevede un piano di investimenti per ampliare l’offerta su ulteriori tratte interne e creare nuove opportunità di lavoro e fomazione, riflette pienamente le traiettorie di sviluppo evidenziate nello studio: più treni, maggiore capacità e un impegno costante per un’Europa sempre più connessa e sostenibile. La nostra ambizione è quella di contribuire con i nostri investimenti allo sviluppo dell’offerta di mobilità in Italia, garantire soluzioni migliori per l’ambiente e offrire ai viaggiatori più scelta, più qualità e prezzi più competitivi.”