• 14/07/2025 08:35

Turismo, petrolio d’ItaliaI danni dei luoghi comuni

Il turismo è il petrolio d’Italia. Quante volte chi lavora nel turismo ha sentito questa frase, spesso con un sussulto di contrarietà. Perché questa frase, come tante altre, non solo non rappresenta il comparto in tutta la sua complessità, ma rischia di diventare un boomerang, creando una percezione sbagliata del valore del turismo nell’economia e nella società italiane.

Abbattere i luoghi comuni legati al settore è l’obiettivo di un lavoro effettuato dal Centro di formazione management del terziario in collaborazione con Federalberghi e con l’aiuto del sociologo Antonio Preiti. “L’obiettivo - spiega il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca - è liberare il turismo da false percezioni, riconoscendo il suo valore reale e potenziale, in modo da costruire consapevolezza e promuovere un dibattito pubblico più informato e positivo”.

Ecco qui un elenco, ragionato, dei più triti luoghi comuni che rischiano di danneggiare la gestione turistica del nostro Paese, sui quali vale la pena fare anche più di una riflessione

Dieci cose da non dire e non pensare (più)

Il turismo è il petrolio d’Italia - Paragonare il turismo al petrolio è riduttivo e fuorviante. Bisogna riconoscere e valorizzare l’importanza del lavoro e delle competenze necessarie per trasformare il patrimonio storico-artistico in reale valore economico e sociale.

I danni dell’overtourism - Il fenomeno dell’overtourism va compreso nelle sue reali dimensioni e gestito attraverso una pianificazione attenta, logistica efficiente e comunicazione mirata, senza demonizzare il turismo in sé.

Un popolo di camerieri - L’idea che il turismo renda gli italiani un popolo di “camerieri” è sbagliata. La qualità del servizio nel turismo contemporaneo è un rito sofisticato, un atto professionale e culturale, lontano dall'immagine stereotipata della servitù.

L’Italia possiede oltre metà del patrimonio culturale mondiale – Non è vero. Serve meno retorica e più impegno per trasformare questa ricchezza in un reale vantaggio competitivo, investendo in servizi e valorizzazione concreta.

Il turismo 'Mordi e Fuggi’ non è ricco - Il turismo breve, spesso criticato come superficiale, è una modalità diffusa e apprezzata in tutto il mondo. Non è un fenomeno negativo, ma un’opportunità che va compresa e gestita con efficacia.

Lavorare nel turismo è un ripiego - Il lavoro nel turismo non è necessariamente precario o sottovalutato. Anzi, rappresenta una scuola di vita e un trampolino professionale importante che valorizza competenze trasversali e relazionali.

Troppo turismo consuma il territorio - Il turismo non consuma risorse, ma genera crescita economica e sociale, rigenerando comunità e territori che altrimenti rischierebbero l’abbandono, come avviene per tutti i comuni montani non turistici.

Il turismo minaccia l’identità - L'identità culturale non è minacciata dal turismo. Al contrario, è proprio attraverso l’ospitalità che comunità locali riaffermano e promuovono i loro tratti distintivi, trasformandoli in valore economico e culturale.

Ci guadagnano in pochi - Il turismo non è affare esclusivo di pochi imprenditori. La ricchezza generata si distribuisce capillarmente attraverso moltiplicatori economici di cui beneficiano ampi settori della società e dell'economia.

In ultimo, un grande, grandissimo classico dei luoghi comuni.

L’Italia si vende da sola - La bellezza del nostro Paese da sola non basta. È necessario sviluppare strategie turistiche mirate e digitali per competere a livello globale e soddisfare le esigenze di turisti sempre più informati ed esigenti.

L’elenco è lungo. È tempo di cambiare il modo di pensare.

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