• 03/02/2016 11:16

Sopravvivere come tour operator generalista in Italia: difficile, non impossibile

Phone & Go e Chiariva hanno appena chiuso, Auratours e I Vostri Viaggi by Sivet hanno annunciato la cessazione dell’attività. Insomma, è un brutto momento per il t.o. generalista: il guaio è che iniziato da anni, e chissà se e quando finirà.

Stanno bene (e neanche tutti) i t.o. che controllano il prodotto, quindi villaggisti in primis (Nicolaus, ad esempio). I t.o. specializzati, tipo Quality Group. Quelli fortemente tecnologici, come Alidays o Naar. I croceristi crescono, ma anche per mancanza di alternative: senza Mar Rosso, Tunisia e Turchia, non restano molti posti dove mandare i clienti che entrano in agenzia.

Allora, non c’è speranza per il t.o. generalista? C’è, eccome, c’è ancora, ma solo a determinate pre-condizioni. Semplificando al massimo, ne abbiamo individuate tre, adatte a un nuovo t.o. che stia partendo da zero:

1) Dovrebbe nascere con solide basi sul mercato, ovvero possedendo il “cuore” e la “testa” di un network ed essendo basato su una logica b2b2c. Oggi il baricentro delle attività turistiche pende inequivocabilmente sulla distribuzione organizzata, diventato l’anello più forte della catena del valore (questo blog ne ha scritto spesso).

2) Dovrebbe prevedere un’approfondita analisi del software gestionale destinato alla costruzione del prodotto, adeguato alle esigenze dell’attività tipica del t.o.: evitare soprattutto di implementare un gestionale su un’operatività già disegnata e con scelte strategiche già prese. Altrettanto fondamentale risulterebbe una perfetta integrazione con le più diffuse piattaforme distributive on line, comprese le OLTA come Expedia, Trivago o le bed-bank.

3) Dovrebbe garantire la massima flessibilità dei prodotti messi in vendita. Una formula simile a quella adottata da Press Tours sui Caraibi, dove non esistono vincoli stringenti per il viaggiatore, che ha massima facoltà di scelta all’interno di un panel selezionato di possibilità.

Focus sulla distribuzione, tecnologia e flessibilità. Ecco le tre parole chiave del tour operating del terzo millennio.

P.S. grazie ad Andrea Gilardi, collega esperto di prodotto e di tour operating, per il contributo.

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