• 01/04/2019 15:39

Elogio dell’alta velocità Milano-Roma, Jerry Calà e l’occasione persa di Alitalia

Impiegare 2 ore e 59 minuti da Milano Centrale a Stazione Termini è una libidine. Se durante quelle tre ore scarse puoi pure lavorare (rispondere all’email, consultare Wikipedia, chattare), doppia libidine! Ma se tutto questo ti costa meno di 100 euro, allora libidine coi fiocchi!!

Chissà cosa pensa dell’alta velocità il mitico Jerry Calà, che nel 1982 lanciava il tormentone della “libidine… doppia libidine… libidine coi fiocchi”. Perché nel 1982 in treno da Milano a Roma ci si andava, però preferibilmente in cuccetta e di notte, e il viaggio durava dieci ore. E tanto per restare in ambito cinematografico, 30 anni prima Totò celebrava le incognite del compagno di viaggio notturno con l’indimenticabile onorevole Trombetta di “Totò a colori” (ahimè, per chi ricordi ancora Totò...).

Non divaghiamo. Quando Jerry Calà parlava di libidine, l’unico modo per andare da Roma a Milano era l’aereo, si partiva da Fiumicino (un’ora per andarci, dal centro di Roma) e si arrivava a Linate (un’altra ora per arrivare in Duomo). Servizio a parte (le hostess avevano tutte l’accento romano, chissà perché, le milanesi non piacevano ai vertici Alitalia...), il costo era improponibile. Ricordo di aver pagato 800.000 lire un Milano/Roma, a fine anni ’90 (per i Centennials, fanno più di 400 euro). Roba da ricchi. Alitalia su quella tratta si rifaceva di tutti i soldi persi sulle altre: si diceva che la Roma-Milano fosse il percorso aereo più redditizio del mondo, dopo il New York-Washington. Ma forse era una leggenda metropolitana.

Poi cosa è successo? Che qualche bella testa a Roma ha pensato fosse utile fare qualche “buco nella  montagna” (intendesi l’Appennino), ficcarci dentro un treno di quelli seri (e non una tradotta) e soprattutto costruirci sopra del marketing. Grazie al Frecciarossa di Trenitalia e a Italo di NTV (senza l’una non ci sarebbe stata l’altra), eccoci spediti a Roma come una pallottola.

E Alitalia? Primo, non ha capito nulla (ma non è stata la sola, all’epoca) e prima di rendersi conto che stava perdendo quote di mercato come il fax rispetto all’email ha impiegato anni. Poi ha perso un’occasione irripetibile, perché oggi a salvarla - forse - è Trenitalia, ovvero quella che ha contribuito a decretarne il declino. Quindici anni fa avrebbe dovuto chiederle collaborazione, e sarebbe cambiata la storia.

“Basta rinvii alle scadenze, si prendano delle decisioni chiare su Alitalia, altrimenti l’unica cosa che ci resta da fare è metterla in liquidazione” proclama oggi il commissario Alitalia Daniele Discepolo. Chissà cosa ne pensa Jerry Calà.

Condividi questo articolo