• 03/04/2013 10:30

Le 10 cose che non si usano più in agenzia

Il fax? Morto. Il telex? Sepolto. Il telefono a rondella? Abbandonato in soffitta. La tecnologia ha cambiato gli strumenti di lavoro adottati in agenzia, che sono cambiati di più negli ultimi 15 anni che nei precedenti 30. Abbiamo messo in fila 10 oggetti o pratiche che i nativi digitali non hanno neanche conosciuto, o quasi.

Il posto d’onore spetta al telex, che per decenni ha rappresentato la finestra dell’agenzia verso il mondo: ho fatto in tempo a vedere pratiche di viaggi archiviate con la striscia perforata incollata sopra.

Il fax sembrava immarcescibile, e invece l’email l’ha mandato in soffitta in una decina d’anni.

L’ABC delle compagnie aeree, il tomo cartaceo (modello elenco telefonico, la carta era simile) sul quale generazioni di bigliettai si sono rovinati la vista per comporre tariffe aeree.

L’agenda telefonica scritta a mano, quella con le lettere dell’alfabeto incolonnate una sotto l’altra, e le pagine consunte perché una rubrica durava per anni, ed era più preziosa delle chiavi dell’agenzia. Il bianchetto liquido, col quale quelli ordinati come me cancellavano i recapiti vecchi sulla suddetta rubrica.

Il Pc dedicato al Crs (il Gds era di là da venire) che era patrimonio ambito del bigliettaio dotato di abilitazione Iata e quindi – tra i colleghi in agenzia – era quello che guadagnava di più e che il boss doveva tenersi più caro. L’orario dalle 9 alle 13 e dalle 14.30 alle 18.30 (al Nord) che si spostava verso le 20 o le 21 al Sud, ma la pausa pranzo era sacra e il sabato l’agenzia era sbarrata, si portavano i bambini (o il nonno) ai giardinetti.

Il mouse-pad, nato quando i mouse avevano la rondella, e non il visore ottico, e per i quali generazioni di compagnie aeree hanno speso un sacco di soldi (che andavano ai cinesi, che già allora avevano capito dov’era il business).

Del telefono a rondella (nella versione professionale, quella col supporto in plastica che permetteva di reggere la cornetta con la spalla e avere le mani libere) qualcuno si ricorda ancora. Quello di cui siamo dimenticati tutti, invece (e siamo a 10), è l’ottimismo della volontà.

Non è da tanto che è sparito, ma di colleghi che, al mattino, tiran su la saracinesca e affrontano la giornata di lavoro con un sorriso, non ne vedo da un po’.

Condividi questo articolo