• 06/11/2014 16:31

Filippetti sull'Enit: "Nessuno ha mai detto che le vendite si sposteranno tutte sul web"

"Non ho ancora visto un singolo studio, né una singola ricerca di mercato, che preveda che tutto il commercio si sposterà sul web, e che il fattore umano cesserà di essere rilevante". Così il presidente di Eden Viaggi Nardo Filippetti (nella foto) commenta la riorganizzazione dell'Enit.

Un tema sul quale il manager, che ricopre anche la carica di vicepresidente di Federturismo-Confindustria, è voluto intervenire anche per commentare la presenza del prodotto Italia all'estero.

"Mi pare che la nuova direzione per Enit voluta dal Ministero vada verso una fortissima riduzione della presenza italiana all’estero - afferma Filippetti -, in termini di sedi e risorse, e che vada verso una promozione e commercializzazione del prodotto Italia sempre più digitale, tecnologica".

Una svolta, questa, che Filippetti non condivide pienamente, anche sulla base della sua recente esperienza di promozione all'estero (con la branca inbound della sua azienda, Eden Incoming) proprio al fianco dell'Agenzia nazionale. "I colleghi di Enit - sostiene ancora -, in ciascun Paese, si sono dimostrati fondamentali per il supporto logistico e soprattutto per la capacità di mappare il territorio individuando sempre gli interlocutori migliori per fare affari. Per le attività legate alla proposizione del’offerta, del presidio del mercato, non possono essere sostituiti dalla tecnologia".

Inoltre, per Filippetti, il web è "uno strumento molto più utile per i consumatori finali"; ma, ricorda ancora il manager, "non dimentichiamoci delle attività trade, che generano contatti, contratti, business, con le aziende strutturate come i tour operator, che oggi 'fanno' ancora il mercato".

Dopo aver ricordato il ruolo centrale delle agenzie di viaggi ("continuano ad essere il pilastro del nostro settore, e su una buona fetta di prodotti turistici sono praticamente imbattibili in termini di competenza e consulenza"), conclude: "Il mondo è cambiato, e dobbiamo cambiare anche noi, ma dobbiamo farlo alla giusta velocità, che non è né troppo lenti, né troppo veloci. E soprattutto, che sia una velocità legata al fare, non al comunicare".

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