• 28/05/2015 09:20

L’eredità di Andreetta:“I miei cinque anni in Club Med Italia”

Club Med, lo scorso dicembre, ha inaugurato il nuovo resort sulle nevi francesi di Val Thorens. Un investimento da 70 milioni di euro. "Dall'idea all'apertura sono passati 30 mesi. In Italia, invece, aspettiamo da cinque anni per il progetto di Cefalù e ancora affondiamo nella burocrazia. Perché questo Paese non vuole correre? Ho imparato a conoscerlo, ma certi meccanismi ancora mi sfuggono".

A Gino Andreetta  (nella foto) è scappata anche una nota di rammarico, tra un brindisi e l’altro, durante la sua ultima uscita pubblica come amministratore delegato di Club Med Italia, in occasione della presentazione dei resort cinesi al Park Hyatt di Milano. L’avvio dei cantieri in Sicilia sarebbe stato la ciliegina sulla torta del suo mandato, ma non farà in tempo a vederlo.

Il manager è stato scelto dal nuovo proprietario, il colosso cinese Fosun, per guidare proprio lo sviluppo di Club Med in Cina, Taiwan e Hong Kong, dove oggi il gruppo propone resort di alto livello come Dong’ao, un’isola sul mare, Guilin, patrimonio Unesco nel verde, e Yabuli, sulla neve. Un quarto resort aprirà poi nel 2016, nella località sul mare di Sanya, e sembra che un quinto sia già opzionato.

Andreetta lascia l’Italia dopo aver condotto il t.o., da inizio 2010, in una fase di transizione cruciale: meno strutture, meno volumi e meno partner della distribuzione, ma qualità e target di clientela più alti. E pazienza se questo è costato qualche punto di ricavi. “Non mi nascondo: nel 2014 il numero di clienti nel mercato italiano è un po’ sceso, ma lo scontrino è salito. È questo che conta nel lungo periodo” ha detto di recente. “Alla fine abbiamo avuto ragione, perché oggi in Italia siamo leader per il lungo raggio e per la neve”.

Questo lo sanno anche le agenzie. Le commissioni sono in linea con il mercato, ma riuscire a lavorare con il Club significa aumentare i margini. “Una volta le nostre pratiche erano in media da 500-1.000 euro. Oggi andiamo da 3 a 5mila” ha detto l’a.d. uscente. Sotto la sua gestione le agenzie hanno subito una sorta di selezione naturale e oggi lo zoccolo duro si è posizionato intorno a 250 unità, che non verranno ridotte ulteriormente. “Anzi, le porte sono aperte. A chi si propone non chiediamo per forza di avere già un portafoglio clienti d’eccezione, ma deve dimostrarci di aver voglia di lavorare condividendo un business plan comune”. Gli eventi e i viaggi proposti saranno sempre di nicchia, con 8 o 10 partecipanti, niente mega raduni. Giorgio Trivellon, direttore vendite, resta saldo al suo posto e riprenderà presto a tirare le fila della rete.

Ma per qualche settimana, in attesa dell’insediamento del nuovo a.d., poco o nulla si muoverà. Andreetta sarà già in Asia, impegnato a catturare turisti europei, americani e locali, della nascente classe media cinese. Al suo successore toccherà il compito opposto, cioè portare i cinesi qui da noi. “Durante un viaggio spendono 5mila euro, trasporto e sistemazione esclusi, contro i 500 di un europeo. Abbiamo ancora dubbi su quale deve essere l’obiettivo?” ha ripetuto fino all’ultimo il top manager.

Motivo per cui il Club vuole investire ancora in Italia. E non solo su Cefalù: nel mirino ci sono anche la Sardegna e le Dolomiti. I tempi? Indefiniti. Ma saranno solo strutture da 4 o 5 Tridenti. Ormai il target è questo.

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