• 01/10/2020 17:18

Niente viaggi extra-Ue: la regola strozza il travel

Nessun criterio igenico-sanitario, nessun monitoraggio. Solo una semplice questione politica, che finisce però per mettere a rischio l’intero turismo organizzato. La regola che prevede lo stop ai viaggi extra-Schengen consentendo tuttavia gli spostamenti all’interno dell’Unione Europea (seppur, in alcuni casi, con qualche vincolo) sta mettendo a dura prova tour operator e agenzie di viaggi, ovvero chi vede la maggior parte degli incassi provenire proprio dai viaggi al di fuori dell’Europa.

Una regola che, come si diceva, non si basa su nessun dato relativo ai contagi. Unico discrimine, i confini dell’Europa. Le conseguenze dell’adozione di questo criterio sono sotto gli occhi di tutti: a un cittadino italiano è consentito recarsi in Paesi europei dove i contagi stanno correndo ma non in mete extraeuropee più sicure dal punto di vista sanitario.

La sopravvivenza del settore
La questione non riguarda solo gli spostamenti in sé. Ridurre il panorama dei viaggi al corto-medio raggio (e quest’ultimo solo in parte) vuol dire di fatto privare il turismo organizzato di ogni possibilità di business. Il prodotto Italia può offrire qualche occasione, ma storicamente non rappresenta l’ossatura dii tour operator e agenzie di viaggi.

E la domanda, tra gli addetti ai lavori, circola da diverso tempo: perché basare le possibilità di spostarsi non sull’andamento dell’epidemia ma unicamente su un confine deciso in modo arbitrario?

Eppure la soluzione sarebbe a portata di mano: la creazione di corridoi turistici con singole destinazioni, che potrebbero dare un po’ di fiato al comparto travel. Una soluzione che sarebbe più semplice della revisione delle regole.

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