• 15/09/2025 08:35

L’estate degli italiani:ecco cos’è cambiato

Quella che sta per volgere al termine non è stata un’estate come le altre per i viaggiatori italiani. Lo dimostra chiaramente il fatto che non sia ancora finita: i numeri appena diffusi da Confcommercio parlano di 10 milioni di persone in viaggio a settembre. E lo raccontano gli operatori a TTG Italia. Dai primi riscontri raccolti, mentre cerchiamo di decifrare i troppi dati discordanti sulla stagione, emerge con chiarezza come quest’anno siano venuti meno i paradigmi consueti della vacanza estiva.

A cambiare le regole del gioco in primis è stato il ‘ferraprile’. “È innegabile - afferma il direttore commerciale del Quality Group, Marco Peci - che i lunghi ponti di aprile e maggio abbiano spostato parte della domanda, erodendo qualcosa all’estate tradizionale”.

L’impatto dei ponti di aprile e maggio non ha condizionato esclusivamente il momento della vacanza, ma, spiega il ceo di Viaggi dell’Elefante, Enrico Ducrot, “ha eroso la spesa media, anche sul lungo raggio, e quindi la parte centrale della stagione, ovvero luglio e agosto, è stata penalizzata. Parlando del mass market - rimarca -, la parte economica del viaggio è stata erosa”.

Nuove abitudini di consumo

Tuttavia, non è venuta meno la voglia di viaggiare e di concedersi una fuga dalla quotidianità. “C’è da registrare come alla vacanza non si rinunci. Questa rimane una priorità fondamentale per gli italiani”, segnala Riccardo Fantoni, direttore commerciale di Costa Crociere, pur confermando “una crescente tendenza alle prenotazioni last minute, dettata dal fatto che c’è un’attenzione da parte del cliente per ottenere il massimo dal proprio budget”.

Una crescente attenzione all’ottimizzazione della spesa da parte dei viaggiatori italiani è stata anche la ragione che, insieme ad altre variabili, ha spostato la domanda nei mesi spalla e lontano dalle destinazioni classiche della stagione. Ne è convinto Ducrot: “Ho l’impressione che l’italiano non abbia rinunciato alle vacanze, ma che si sia solo spostato”. Prendendo come esempio il successo della montagna italiana, il manager aggiunge: “Ho l’impressione che ci sia stato anche un fattore climatico. Evidentemente c’è una parte della clientela che preferisce soluzioni in collina o montagna, non solo nelle classiche Alpi, ma anche nell’Appennino”. E “certamente c’è - continua il manager - un fattore anche di costi: il rapporto fra la fruibilità e la raggiungibilità delle spiagge, il costo per un ombrellone in generale, dovuto a questa iperstagionalizzazione ancora molto forte in Italia che non riguarda solo le spiagge più note, ma anche altre zone che avrebbero la possibilità di lavorare su un migliore allungamento della stagione. Sicuramente, questo fattore incide sul prezzo e di conseguenza sulle scelte dei clienti, che cominciano a guardarsi attorno e scelgono mete e destinazioni differenti”.

Discorso a parte, per l’alto di gamma, che, sottolinea il manager, “non risente di queste oscillazioni”.

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