• 19/02/2019 10:03

Airbnb deve riscuotere la cedolare sugli affitti brevi: la sentenza del Tar blocca i ‘furbetti’

Anche Airbnb dovrà riscuotere la cedolare secca del 21% sugli affitti brevi e comunicare all'Agenzia delle Entrate i nomi dei locatari e i relativi redditi. Dopo una lunga battaglia, il Tar del Lazio ha respinto le richieste della piattaforma di affitti brevi che si rifiutava di svolgere questi adempimenti, considerandoli come incarico di un vero e proprio sostituto d'imposta.

La piattaforma, però, ha annunciato che farà ricorso al Consiglio di Stato.

Il commento di Federalberghi
“Non ci sono più alibi per chi, da quasi due anni, si prende gioco delle istituzioni: Airbnb deve riscuotere la cedolare secca sulle locazioni brevi e comunicare all’Agenzia delle Entrate i nomi dei locatari e i relativi redditi – commenta Federalberghi in una nota -. D’altro canto, non si vede quali motivi impediscano la riscossione, considerato che il portale già svolge, sia in Italia sia all’estero, attività simili a quelle che vengono contestate, e che addirittura informa pubblicamente gli host italiani del fatto che potrebbe essere chiamata a riscuotere imposte e raccogliere dati”.

Il Tar, nel dichiarare infondate le richieste di Airbnb, ha rammentato che gli intermediari sono “sanzionabili per le omesse o incomplete ritenute da effettuare a partire dal 12 settembre 2017 e da versare entro il 16 ottobre 2017”.

“Confidiamo che il ministro del Turismo dia seguito in tempi brevi alle misure annunciate durante l’incontro con gli organi direttivi di Federalberghi – dice ancora l’associazione degli albergatori nella nota -, che prevedono l’istituzione di un registro nazionale degli alloggi turistici, assegnando ad ognuno di essi un codice identificativo e vietando ai portali di mettere in vendita le strutture che siano prive del codice”.

La voce del ministro
Il ministro Centinaio per parte sua valuta in maniera positiva la sentenza del Tar. “Conferma quanto noi abbiamo sempre sostenuto, la lotta all’abusivismo e all’illegalità è prioritaria per il rilancio del turismo che oggi sta investendo e danneggiando l’intero settore – dice il ministro -. Il nostro impegno è costante, stiamo lavorando a un codice identificativo per combattere questa problematica che caratterizza l’accoglienza turistica. In particolare, stiamo valutando alcune soluzioni tecniche di concerto con le Regioni e i soggetti competenti”.

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