Studi di settore 2016Cosa cambia in agenzia

Parte con l’anno in corso la revisione degli studi di settore. La revisione dello strumento è diventata operativa: "Il decreto è stato pubblicato in gazzetta ufficiale lo scorso 29 dicembre", precisa Pierluigi Fiorentino, consulente fiscale di Fiavet nazionale.

“La revisione è stata effettuata tra maggio e luglio, con una serie di incontri cui Fiavet ha preso parte” aggiunge Fiorentino. Poi, a fine anno, è arrivato il decreto che ha approvato le diverse modifiche apportate a diversi studi di settore, tra cui quello relativo alle agenzie di viaggi (WG78U).

Tra le novità principali, quelle relative alle agenzie che acquistano al netto e rivendono applicando un mark-up. Come riporta la circolare Fiavet, infatti, è stato creato un nuovo gruppo omogeneo di imprende di viaggi che raggruppa le “Agenzie con attività di organizzazione speicalizzate nella vendita di pacchetti e servizi turistici acquistati in nome proprio e per conto del cliente”. La variazione riguarda la stima dei ricavi, che tiene conto della marginalità inferiore rispetto all’attività di organizzazione; la percentuale di guadagno, afferma Fiavet, si avvicina infatti maggiormente a quella della pura intermediazione.

Sono inoltre stati rivisti i correttivi per le vendite al netto nel cluster “Agenzie con attività di organizzazione” e “Agenzie con attività mista di organizzazione e intermediazione operanti in franchising”: nel primo caso la riduzione è dell’1,8 per cento, nel secondo del 5,28 per cento.

Aumenta invece il coefficiente per l’attività di organizzazione di congressi e convegni, che passa dal -1,24 per cento al -1,92 per cento.

Quote non commissionabili
Su richiesta di Fiavet, è stato ripristinato l’abbattimento forfettario relativo alle quote non commissionabili sui pacchetti dei tour operator. L’Agenzia delle entrate aveva infatti proposto di inserire un abbattimento del 13 per cento solo per coloro che avessero indicato analiticamente, in un rigo preposto, tutte le quote non commissionabili che erano state gestite.

Una strada, a giudizio di Fiavet, non praticabile, in quanto troppo onerosa dal punto di vista del tempo e del personale per una categoria che per lo più è composta da aziende di piccole dimensioni con 2 o 3 addetti (compresi titolari e soci). Infatti, le adv che non avessero compilato l’elenco preciso non avrebbero potuto godere della riduzione del 13 per cento.

Si è quindi ritornati alla riduzione forfettaria del 12,12 per cento da calcolare sul volume intermediato generato dalla vendita di pacchetti e servizi turistici dei tour operator.

Fiavet ha inoltre segnalato che le agenzie occupate prevalentemente nel settore incoming devono rientrare nel cluster di questa attività, anche se vendono come intermediari.

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