Ddl Concorrenza:norma 'anti Booking' rischia di saltare

La vicenda della ‘Parity Rate’ sembrava chiusa. Ma non è così. La partita potrebbe essere completamente riaperta e l’ormai famosa clausola, uscita dalla porta, potrebbe rientrare dalla finestra.

A scrivere l’ultima parola sarebbe dovuto essere il ddl Concorrenza, attualmente in discussione, che all’articolo 50 avrebbe dovuto vietare espressamente la condizione, imposta da molte Ota, che vieta di proporre prezzi inferiori rispetto a quelli riconosciuti all’agenzia online stessa.

La norma era stata subito chiamata ‘anti Booking’, ma il celebre portale di prenotazioni non è sicuramente l’unico ad adottare una politica di questo genere. Messa in campo, per lo più, dalla maggior parte degli operatori ecommerce del turismo.

Il primo a bocciare la clausola era stato l’Antitrust. Poi, la ratifica definitiva sarebbe dovuta avvenire con il ddl Concorrenza. Ma, ora, spuntano una serie di emendamenti che rischiano di sottoporre tutto al giudizio dell’Unione Europea.

Secondo gli esperti, infatti, una regolamentazione di questo tipo richiederebbe il parere positivo di Bruxelles prima di entrare in azione. Ecco, dunque, arrivare gli emendamenti al testo del ddl che inseriscono la condizione del via libera dall’Ue per l’applicazione del ‘no’ definitivo alla Parity Rate.

Tre, in particolare, gli emendamenti da segnalare, tutti riassumibili nel medesimo filone (ovvero la richiesta preventiva all’Europa): uno presentato dal senatore Renato Schifani (Ap, Ndc-Udc), uno dalla senatrice Linda Lanzillotta (Pd) e uno dalla sentatrice Elena Fissore (Pd).

La discussione è aperta. Bisogna vedere come si concluderà e quale sarà il testo definitivo che entrerà in vigore. Ma l’esito potrebbe essere meno certo di quanto si pensava qualche tempo fa.

A questo link è consultabile il disegno di legge; qui l’emendamento del senatore Schifani, qui quello firmato dalla senatrice Lanzillotta e qui quello presentato dalla senatrice Fissore.

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