Blockchain e turismo: il viaggio complesso rimane un affare per le agenzie

Blockchain, questa sconosciuta. Una nuova tecnologia che potrebbe rivoluzionare il mondo del travel e della distribuzione del prodotto turistico. Lo aveva anticipato Mirko Lalli, ceo e founder di Travel Appeal in occasione dei BW Talks, sottolineando come questo nuovo strumento abbia il potenziale per "rivoluzionare tutte le reti della fiducia".

E in occasione del Travel Mobility Europe lo ha ribadito anche Roberto Preatoni, owner representative del Domina Coral Bay di Sharm el Sheikh: "Quando è nata internet ne hanno beneficiato tutti i settori, tranne il turismo. L'utilizzo di blockchain - dichiara - nella nostra industry snellirà molte delle procedure online oggi veicolate attraverso le Ota, generando un risparmio per il cliente e un maggior guadagno per gli operatori".

Di conseguenza, anche l'impatto sulle adv 'fisiche', sembra destinato a essere significativo, forse in negativo, ma non è detto. Entrando in agenzia “si stabilisce un contatto personale e - continua Preatoni - il cliente trova piacere nel rivolgersi a qualcuno che gli dia consigli, gli illustri le mete, etc. Nel travel, la totale disintermediazione è una chimera".

Lo conferma Michele Ficara, presidente di Assodigitale. "Organizzare viaggi lunghi e costosi rimane un affare per le agenzie", spiega. "Quando il cliente deve investire troppo tempo per fare delle valutazioni online in autonomia, ricorre agli specialisti del settore. Su una fascia di mercato alta, vince il sistema tradizionale".

Gaia Guarino

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