Fiavet: “I conflitti
influenzano
le prenotazioni”

Le tensioni geopolitiche stanno influenzando il mercato del turismo organizzato. Questo quanto emerge da un sondaggio condotto da Fiavet-Confcommercio coinvolgendo le agenzie di viaggi affiliate, che, relativamente alle prenotazioni estive, ha rilevato un ‘cambio di clima’ da attribuire a una crescente preoccupazione nella clientela italiana per i conflitti in atto e le evoluzioni internazionali.

Secondo l’indagine circa l’80% di agenzie sta registrando una flessione, anche piccola, a causa delle guerre. Nel dettaglio, il 32,6% ha registrato solo una moderata diminuzione delle prenotazioni; il 30,7% sta registrando una forte diminuzione delle prenotazioni; il 19,2% nessun impatto significativo; e il 17,3% una lieve diminuzione delle prenotazioni.

Timori per Medio Oriente e Usa

Misurandosi con la clientela, segnala l’associazione, le adv si trovano di fronte a crescenti timori verso destinazioni che non sono state oggetto di sconsigli da parte della Farnesina. Le preoccupazioni maggiori riguardano in particolare il Medio Oriente (22,09%) seguito dall’Egitto (16,8%) - con particolare riferimento anche al Mar Rosso (3,4%). Ma crescono i timori anche verso gli Stati Uniti (12%). Gli States, da sempre meta particolarmente ambita dal pubblico italiano, risultano essere più temuti degli Emirati Arabi (10,47%) e della Giordania (6,98%).

Si registra apprensione, seppur in percentuale minore (5,8%), anche per i viaggi di medio raggio verso la Turchia.

La paura dell’escalation

Il 70% delle agenzie riferisce di riscontrare nelle scelte di viaggio paura e insicurezza da parte dei clienti per l’escalation dei conflitti. Una paura che sta portando una fetta di consumatori a pensare di cancellare o modificare il viaggio: di questi, il 55% lo ha già fatto o vorrebbe farlo a breve, anche pagando delle penali, mentre il 40% preferisce attendere sviluppi futuri delle guerre in atto prima di prenotare.

Tuttavia, nonostante questo ‘sentiment’ di incertezza, attualmente meno del 5% dei turisti ha effettivamente cancellato un viaggio a causa di una guerra in atto nei Paesi limitrofi alla destinazione scelta secondo quanto testimoniano il 54,7% delle agenzie. Quelle che invece lamentano cancellazioni per oltre il 30% sono solo l’11,3% delle adv.

Dato interessante è la tendenza dei clienti a interessarsi sempre più alle rotte e agli scali aeroportuali (30% dei turisti), nel tentativo di evitare alcune aree. Una trend a cui il 16,9% delle agenzie sta rispondendo adottando strategie ad hoc per rassicurare la clientela, attraverso una comunicazione puntuale sui social e divulgando le indicazioni fornite dalla Farnesina e dal portale Viaggiare Sicuri. In alcuni casi si rilancia con nuove mete e si ascolta il cliente per trovare soluzioni (26.2%).

Il mercato interno

Quanto al turismo interno, se Atene piange, Sparta non ride. Anche questo mercato, che dovrebbe beneficiare della restrizione dell’offerta internazionale, non ha avuto l’exploit atteso. Secondo le agenzie Fiavet Confcommercio, il caro prezzi sta frenando ancor più dello scorso anno la scelta degli italiani che prenotano all’ultimo momento.

L’impatto della guerra sul business turistico resta comunque devastante per circa il 60% degli addetti a lavori, e quindi gli agenti Fiavet Confcommercio si dichiarano cautamente pessimisti riguardo al turismo influenzato dalla crisi geopolitica (37%). Tuttavia, anche tra coloro che ritengono la guerra devastante, una percentuale non indifferente è invece ottimista: il 23,19%. Saranno forse gli agenti che attendono con neutralità lo svilupparsi della situazione (27,4%) - secondo l’indagine - a spostare l’ago della bilancia.

“Fiavet-Confcommercio si sta dedicando con sempre maggiore attenzione a studi di settore con una grande partecipazione da parte di tutti gli associati - commenta Giuseppe Ciminnisi, presidente di Fiavet - questo ci consente anche di fronte a imprevisti scellerati come può esserlo una nuova guerra, quanto l’economia, anche della più piccola agenzia di viaggi, sia toccata da ogni singolo cambiamento che avviene nello scenario internazionale, e bisogna partire dai numeri per capire che non si è soli, e che assieme si possono affrontare problemi e scelte per arginare e rilanciare di fronte ai cambiamenti”.

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