Un totale di 8 milioni di euro, di cui 5 relativi a biglietti venduti in agenzia di viaggi. Queste le richieste di rimborso da parte dei viaggiatori lasciate in sospeso dal fallimento di Air Belgium, che aveva cessato le operazioni il 18 settembre del 2023, ed è stata dichiarata fallita lo scorso 30 aprile. Di conseguenza, le richieste di rimborso si sono arenate nella procedura fallimentare.
Una situazione che ha subito chiamato a raccolta le agenzie di viaggi, con in testa Ectaa, l’associazione dei dettaglianti europei, che è tornata a chiedere maggiori garanzie per la categoria.
“Quando un intermediario di viaggio vende un biglietto aereo come parte di un pacchetto e la compagnia aerea fallisce - ricorda infatti l’associazione in una nota -, l’organizzatore del pacchetto è tenuto per legge a fornire un biglietto alternativo ai propri clienti, spesso senza alcuna prospettiva di recuperare i fondi originali dalla compagnia aerea insolvente”. Di fatto, dunque, gli importi vanno a pesare sui conti delle agenzie di viaggi.
Gli obbligi delle agenzie
E questo va ad aggiungersi al fatto che solitamente i biglietti aerei vanno pagati in anticipo, spesso di mesi. Dunque, aggiunge Ectaa, “esiste un rischio fondamentale per gli intermediari di viaggio, i clienti e i contribuenti. I fallimenti delle compagnie aeree si verificano frequentemente: negli ultimi 25 anni si sono verificati circa 1.200 casi di fallimento di compagnie aeree commerciali”.
Ectaa coglie l’occasione della revisione della direttiva pacchetti Ue per sollecitare Bruxelles “a includere una disposizione chiara che obblighi le compagnie aeree a mettere in atto misure che garantiscano il rimborso dei biglietti in caso di cancellazione dei voli a causa della cessazione delle attività o del fallimento del vettore”.