Le sanzioni occidentali e la chiusura dello spazio aereo in gran parte dell’Europa stanno avendo ripercussioni pesanti sul traffico aereo e sull’aviazione russa. Le compagnie aeree del Paese hanno visto scendere il numero di passeggeri del 14% e Mosca prevede di fornire ai vettori sino a mille velivoli di produzione nazionale entro il 2030, ma il lancio viene costantemente posticipato.
Il problema riguarda anche i voli interni, dal momento che Mosca è a corto di aerei civili. Si è quindi rivolta ai vettori dell’Asia centrale, in particolare al vicino Kazakistan, per riuscire a mantenere i colelgamenti nazionali. Il ministero dei trasporti russo, come spiega Italia Oggi, è in trattativa per far sì che le compagnie aeree kazake operino voli interni russi. Una circostanza senza precedenti, dato che storicamente è sempre stato permesso solo alle compagnie aeree nazionali di effettuare i voli in Russia. Prima della guerra in Ucraina i vettori russi avevano a disposizione 850 velivoli e un anno dopo, nel 2023, la flotta era scesa a 730 velivoli. Se il trend proseguisse così la Russia potrebbe arrivare a perdere, entro il 2026, circa la metà della flotta rimanente.