Tassare i voli premium,
acceso dibattito alla Cop30

Tassare i ‘voli dei ricchi’, questa è la proposta, molto sintetizzata della ‘Premium Flyers Solidarity Coalition’, una sorta di coalizione di volenterosi nata in seno alla ‘Global Solidarity Levies Task Force’, che promuove una tassa, definita di “solidarietà”, sui posti di prima classe e business, per contribuire alla decarbonizzazione e alla lotta contro la crisi climatica.

L’aviazione è sicuramente un settore sotto la lente di ingrandimento a ogni congresso sul clima, e non è mancata quest’attenzione anche a Belém, Brasile, dove si conclude oggi la Cop30 iniziata il 10 novembre.

Il report a sostegno

Ripresa con curiosità e interesse dai giornalisti italiani presenti, tra cui l’esperto ambientale di “Domani” Ferdinando Cotugno, la proposta della tassa ha suscitato da una parte consenso e, dall’altra, in particolare da Iata, una reazione decisa che va ben oltre la perplessità.

La coalizione che promuove la tassa comprende Benin, Gibuti, Francia, Kenya, Nigeria, Sierra Leone, Somalia, Sud Sudan e Spagna, e ha inoltre Antigua e Barbuda, Brasile, Fiji e Vanuatu in qualità di osservatori. Per validare la proposta è stato pubblicato un nuovo report sul tema “tasse di solidarietà”, che non investe solo l’aviazione, ma anche altri trasporti e l’ambito finanziario delle criptovalute. “È uscito un rapporto con dei numeri interessanti a sostegno dell'idea che tassare i voli possa uno strumento reale di lotta finanziaria alla crisi climatica. In una versione ampia, su tutti i voli, i fondi che si potrebbero trovare sarebbero 123 miliardi di dollari l'anno, nella versione più limitata ai voli premium sarebbero comunque 17 miliari di dollari l'anno”, ha commentato Cotugno nella sua newsletter in diretta dalla Cop30.

La risposta delle compagnie aeree

Iata ha respinto con decisione la dichiarazione della coalizione, sottolineando in una nota che “l’obiettivo di mobilitare finanziamenti per il clima è lodevole. Tuttavia, il mezzo proposto - nuove tasse sui passeggeri aerei, in particolare quelli che viaggiano in classe premium - è profondamente sbagliato. In pratica, queste imposte non portano direttamente a una riduzione delle emissioni e rischiano di produrre effetti controproducenti per le economie in via di sviluppo e per i piccoli Stati insulari. L’aumento della tassazione sul trasporto aereo minaccia la connettività, altera la concorrenza e finisce per compromettere lo sviluppo sociale ed economico nelle regioni che dipendono dall’aviazione come vero e proprio collegamento vitale”.

I programmi già in atto

Iata ha ribadito che il settore dell’aviazione è già mobilitato e sta ottenendo risultati concreti nella finanza climatica, nella riduzione delle emissioni e nella diminuzione dell’intensità carbonica dell’industria, tramite il “Carbon Offsetting and Reduction Scheme for International Aviation” (Corsia), adottato da tutti i 193 Stati membri dell’Icao. “L’aviazione si è impegnata a raggiungere zero emissioni nette di carbonio entro il 2050 ed è pronta a contribuire con oltre 100 miliardi di dollari alla finanza climatica tramite Corsia, il regime internazionale di compensazione e riduzione delle emissioni. Costruiamo su ciò che funziona e non sabotiamolo”, ha dichiarato Willie Walsh, direttore generale di Iata.

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