Nel futuro dell’aviazione torneranno i jet supersonici e i viaggi a New York in 3 ore o a Tokyo in sei. Credevamo che con l’ultimo volo del Concorde, il 26 novembre 2003, l’era degli aerei che viaggiano alla velocità del suono fosse definitivamente chiusa, e invece ci sbagliavamo.
Ufficialmente a decretarne la fine fu il tragico incidente di Parigi del 2000, ma in realtà le motivazioni furono soprattutto economiche. Il consumo di carburante era elevato e l’impiego su tratte limitate ne aveva impedito la diffusione.
Oggi però le cose stanno cambiando. Il Concorde poteva infatti viaggiare solo sopra gli oceani, per una legge del 1973 che vieta il sorvolo delle terre emerse da parte di aerei supersonici ad uso civile. La motivazione è soprattutto legata al rumore che l’aereo fa quando infrange la barriera del suono. Oggi però la NASA ha messo a punto un modello di aeroplano, denominato X59, che ridurrebbe notevolmente l’inquinamento acustico. Trump ha quindi immediatamente chiesto alla FAA di abrogare la legge del 1973 e anche l’Europa ci sta pensando, così come stanno studiando di fare anche Cina e Giappone.
In un’intervista rilasciata a Il Messaggero la professoressa Nicole Viola del Politecnico di Torino, che coordina il progetto ‘More and less’ proprio per ridurre il boom sonico in questo tipo di aviazione, ha dichiarato: “Se riuscissimo a ridurre il rumore e a far cadere la legge il business diventerebbe molto interessante. E le potenzialità ci sono”.