Tariffe aeroportuali, procedura di Bruxelles contro l'Italia

L’Italia ha agito in modo non corretto e ha due mesi di tempo “per trasmettere osservazioni”. Questa la motivazione con cui la Commissione europea ha aperto una procedura d’infrazione contro il nostro Paese a proposito dei diritti aeroportuali, ossia le tariffe che le compagnie aeree devono pagare per l’uso di piste, piazzole, pontili e altre infrastrutture e servizi.

Il commissario europeo ai Trasporti, Violeta Bulc, contesta la procedura seguita per approvare le tariffe in cinque scali: Roma Fiumicino e Ciampino, Malpensa, Milano Linate e Venezia.

"Alla Commissione - dice il commissario Bulc, secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore - sono pervenute varie denunce relative alla procedura di consultazione sulle tariffe aeroportuali nei grandi aeroporti italiani, che fa parte di una procedura più complessa mirante alla conclusione di contratti di programma (CdP) tra l’Enac e le società che gestiscono tali aeroporti".

Secondo il commissario “il recepimento della direttiva da parte dell’Italia né soddisfa ancora i requisiti sul diritto delle compagnie aeree di chiedere l’intervento dell’autorità di vigilanza indipendente, né quelli relativi all’autorità di vigilanza indipendente stessa”.

Per il commissario Ue, infatti, l’Enac non è un’autorità indipendente negli aeroporti, anche perché coinvolto nel negoziato del CdP con il gestore aeroportuale e “quest’ultimo assume una posizione privilegiata rispetto agli utenti”.

Entro il 23 dicembre il governo italiano dovrà trasmettere le proprie osservazioni in merito e per domani il capo dipartimento Politiche europee, Diana Agosti, ha  convocato una riunione “di coordinamento” sul tema.

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