Come funziona un aereo: tutti i segreti dei giganti dei cieli

Sono tecnologici, capaci di percorrere migliaia di chilometri in poco tempo, ma degli aerei di linea che ogni giorno trasportano migliaia di persone da una parte all'altra del globo si conosce ancora poco. Sono tanti i segreti sconosciuti ai non addetti ai lavori. Alcuni di questi, 20 per la precisione, li svela il capitano Nigel Webster della compagnia aerea Monarch nel suo blog, e alcuni sono veramente soprendenti.

Pochi sapranno, ad esempio, che il sistema di navigazione degli Airbus sia in realtà un derivato del famoso programma spaziale Apollo e che i dispositivi che indicano la distanza da terra siano stati progettati per i sistemi lanciamissili delle navi.

Dalla cabina, i piloti possono vedere solo le ali del velivolo e non i motori, e possono inviare sms e chiamare qualsiasi numero, purché sia esclusivamente per fini operativi. Non esiste la fila 13 e i documenti d’ufficio prodotti in aereo in inglese si chiamano Ship’s Paper. Uno strano gioco di parole se si pensa che in inglese 'Ship' significa nave e non aereo.

Quando si effettua una curva stretta sul terreno, una delle due ruote del carrello anteriore si stacca da terra. Le luci stroboscopiche sulle punte delle ali di un Airbus fanno un doppio flash, mentre su un Boeing fanno ne fanno uno solo. Così come gli Airbus si trovano in modalità 'on' quando sono a terra, mentre per i Boeing vale il contrario.

Quando si tira lo sciacquone sugli Airbus e altri jet, si sta aprendo un buco nello scafo di pressione.

Al momento dell’atterraggio una voce maschile avvisa sulla quota, quando le ruote di un A321 si trovano verso il basso, il pilota è ancora a una decina di metri da terra. E per questo mezzo il pieno di carburante corrisponde a 26.700 litri.

I tre sistemi idraulici di un A320 sono chiamati con i nomi dei colori: verde, giallo e blue. E i piloti sono costantemente aggiornati da degli schermi. Infine, la tecnologia è il vero motore dei velivoli: sono infatti oltre 200 i computer di bordo.

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