Iata: “Basta confusione, seguiamo le regole Oms”

Regole che cambiano improvvisamente, introduzioni improvvise di quarantene, obbligatorietà o meno di tampone in aggiunta alle vaccinazioni e quant’altro. In poche parole parecchia confusione, con le conseguenze che questo porta al mondo dei viaggi. E la situazione non sta riguardando solamente l’Italia e l’Europa ma un po’ tutto il mondo.

Sul tema è di nuovo intervenuta la Iata che chiede di mettere la parola fine a questa situazione, che di fatto impedisce al comparto del trasporto aereo, e a scendere a tutta l’industria del turismo, di proseguire in maniera spedita verso il percorso di ritorno alla normalità.

L’analisi
“I consumatori affrontano un labirinto di regole di ingresso alla frontiera confuse, scoordinate e in rapida evoluzione – ha messo in evidenza il direttore generale Willie Walsh - che li scoraggiano dal viaggiare, causando difficoltà economiche tra coloro che sono impiegati nel settore dei viaggi e del turismo. Secondo la nostra ultima indagine sui passeggeri, il 70% dei viaggiatori recenti ha pensato che le regole fossero una sfida da capire".

I quattro punti
Secondo la Iata allora l’unica via percorribile è l’adozione di regole comuni a livello universale e individua queste nelle indicazioni arrivate dall’Organizzazione mondiale della sanità che invitano a effettuare un approccio basato sul rischio. Quattro i punti base dai quali i Governi dovrebbero partire.

1) Non richiedere la prova della vaccinazione COVID-19 come condizione obbligatoria per l'ingresso o l'uscita dal Paese.

2) Allentare le misure come i test e/o i requisiti di quarantena per i viaggiatori che sono completamente vaccinati o hanno avuto una precedente infezione da Covid-19 confermata negli ultimi sei mesi e non sono più infettivi.

3) Garantire percorsi alternativi per gli individui non vaccinati attraverso i test in modo che siano in grado di viaggiare a livello internazionale.

4) Implementare misure di test e/o quarantena per i viaggiatori internazionali "in base al rischio" con politiche su test e quarantena riviste regolarmente per garantire che vengano revocate quando non più necessarie.

“Queste raccomandazioni di buon senso e basate sul rischio dell'Oms, se seguite dagli stati, consentiranno di riprendere i viaggi aerei internazionali riducendo al minimo la possibilità di importare Covid-19 – conclude Walsh -. Come osserva l'OMS e come dimostrano gli ultimi dati dei test nel Regno Unito, i viaggiatori internazionali non sono un gruppo ad alto rischio in termini di Covid-19. Su 1,65 milioni di test effettuati sui passeggeri internazionali in arrivo nel Regno Unito da febbraio, solo l'1,4% è risultato positivo”.

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