Essere primi su Booking non conta: lo dice il neuromarketing

La guerra tra gli albergatori per comparire tra i primi risultati di ricerca sui siti delle Ota è inutile. A rivelarlo è Luca Vescovi (nella foto), ceo di Neurowebdesign, che ha illustrato a TTG Incontri, nell'area TTG Next, i risultati della prima ricerca di neuromarketing per il settore turistico, realizzato da Ciset studiando le reazioni di oltre 100 utenti.

Analizzando l'elettroencefalogramma e l'eye-tracking, ossia i movimenti dell'occhio durante la navigazione, il neuromarketing consente di capire quali sono gli strumenti essenziali per la conversione e quali, invece, non vengono considerati dall'utente o sono dannosi perché creano stress.

"Quando si avvia una ricerca sul sito di una ota e si controllano i primi risultati - svela Vescovi -, l'emozionalità dell'utente è piatta". Essere primi nella serp di ricerca di siti come Booking.com, quindi, non è così importante come si pensa: "Gli studi dimostrano che l'emozionalità dell'utente si risveglia nel momento in cui si si applicano i filtri - precisa l'esperto -, ed è lì che è possibile convertire, ottenendo la prenotazione".

Il consiglio agli albergatori, quindi, è quello di inserire i propri plus, le informazioni sui servizi offerti e tutti i dettagli che differenziano l'hotel dai competitor.

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