I perché dell’overtourism
Airbnb e Federalberghi
salgono sul ring

Tutti a caccia di un colpevole. L’overtourism torna a mordere le città europee e Airbnb ne attribuisce la responsabilità soprattutto agli hotel che, secondo il suo nuovo rapporto, hanno rappresentato quasi l’80% dei pernottamenti nell’Ue nel 2023 e 2024, raggiungendo il record di 3 miliardi di pernottamenti in albergo nelle destinazioni dell’Unione europea lo scorso anno.

“Se le città vogliono ridurre seriamente il problema dell’overtourism devono affrontare l’impatto schiacciante degli hotel - sottolinea Theo Yedinsky, vicepresidente delle Politiche Pubbliche di Airbnb -. L’Europa ha bisogno di più abitazioni, non di più hotel, eppure le città continuano a costruire hotel mentre la costruzione di case si avvicina ai minimi degli ultimi dieci anni”.

Nonostante il report di Airbnb indichi come responsabili dell’overtourism anche l’incremento eccessivo di escursionisti giornalieri e di crocieristi e la forte ripresa dei voli che hanno superato ormai i livelli pre-pandemici, è indubbio che il grosso della colpa venga attribuito agli hotel.

La reazione di Nucara

Prevedibile, dunque, la reazione di Federalberghi, che affida al direttore generale Alessandro Nucara il compito di ribattere alle affermazioni di Airbnib, che non esita a definire “surreali” e “senza ritegno”. “In Italia - fa notare Nucara - oggi ci sono circa 32mila alberghi censiti da Istat e oltre 600mila annunci su Airbnb. Gli alberghi erano 34mila nel 2008, agli albori del fenomeno degli affitti brevi, quando su Airbnb erano presenti una cinquantina di annunci italiani. Significa che, da quando è nato il portale, il numero degli hotel italiani è diminuito del 5,5%, mentre gli alloggi in locazione sono aumentati in maniera iperbolica (+ 1.153.746%, una percentuale quasi impossibile da pronunciare)”.

“Ancor più sfacciata è la favoletta - conclude il direttore generale di Federalberghi - secondo cui la maggior parte dei pernottamenti prenotati su Airbnb avverrebbe fuori dalle città. Invitiamo Airbnb a rileggersi il rapporto redatto a novembre 2024 da Nomisma, su incarico del portale stesso, nel quale si afferma testualmente che ‘In Italia i dati mostrano che il fenomeno degli affitti a breve termine si concentra principalmente in alcune aree a forte vocazione turistica, come i centri storici’”.

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