Spagna, albergatori
contro riforma
orario lavorativo

La riforma del lavoro del Governo Sanchez fa insorgere gli albergatori spagnoli. Il Paese ha varato la riduzione dell’orario lavorativo, portando le ore settimanali da 40 a 37,5, a parità di stipendio. Un’operazione che non trova il favore degli operatori della ricettività, secondo i quali l’Esecutivo non avrebbe tenuto conto della particolarità del settore.

Ad alzare la voce la Confederazione spagnola degli hotel e degli appartamenti turistici (Cehat), che nelle scorse ore si è detta “fortemente contraria alla riforma”. Secondo l’associazione, riporta Hosteltur, la misura rischia di mettere “in pericolo il contributo fiscale del turismo e l’esistenza di molte aziende e di migliaia di posti di lavoro”.

Le problematiche

Per Cehat, la riduzione dell’orario lavorativo “potrebbe rendere impossibile garantire l’operatività 24 ore su 24” delle strutture e quindi adattare il servizio alle esigenze dei viaggiatori internazionali.

A questo proposito l’associazione rimarca come l’eventuale potenziamento della forza lavoro per offrire servizi h24 potrebbe risultare problematico, in primis per l’attuale difficoltà che il comparto sta riscontrando nel reperimento del personale; nel caso delle strutture indipendenti o a conduzione famigliare, inoltre, i costi di reclutamento di nuovo personale potrebbero risultare troppo onerosi.

Ti è piaciuta questa notizia?

Condividi questo articolo