Le tensioni geopolitiche e le contingenze economiche non scalfiscono la voglia di scoprire il mondo degli italiani. L’ultima conferma arriva dal Changing Traveller Report 2026 di SiteMinder, secondo cui nei mesi a venire i connazionali si distingueranno per la maggiore propensione a viaggiare sia all’estero sia in Italia.
“Nonostante l’incertezza globale, la voglia di viaggiare resta fortissima. Vediamo, infatti, che complessivamente oltre il 90% degli italiani mantiene o aumenta il proprio desiderio di partire”, spiega Simone Portaluri, regional manager Italy di SiteMinder.
La Penisola sarà l’approdo del 53% degli intervistati. Oltreconfine, le destinazioni più ambite saranno Spagna (18%), Francia (15%) e Grecia (9%), e le città più desiderate Parigi (10%), Barcellona (9%), Vienna (6%), Londra (6%) e Madrid (6%). Per i viaggi domestici, le regioni più scelte saranno Sicilia (22%), Toscana (19%), Puglia e Sardegna (entrambe con il 14%).
Un nuovo modo di vivere gli hotel
“Questo entusiasmo crescente - aggiunge Portaruli - sta ridisegnando il modo in cui i viaggiatori nel 2026 sceglieranno, prenoteranno e vivranno gli hotel. Gli italiani privilegeranno strutture indipendenti e dal forte carattere e, a livello globale, risultano i più influenzati dai contenuti visivi, come foto e video, quando si tratta di decidere. È un chiaro invito all’azione per gli albergatori: valorizzare ciò che li rende unici e investire nel racconto della propria struttura”.
Aumenterà la richiesta di camere standard (51%) e superior (36%) silenziose e le spa delle strutture alberghiere si confermeranno l’esperienza di lusso più desiderata.
Quanto alle abitudini di consumo, le Ota resteranno il canale di prenotazione più popolare in Italia, scelto dal 39% degli intervistati. Una quota significativa (28%), tuttavia, prenoterà direttamente con la struttura, attraverso sito o telefono e email; mentre il 20% prenoterà attraverso i motori di ricerca, mentre il 10% si affiderà a un’agenzia di viaggi.
Chi preferirà la prenotazione diretta lo farà soprattutto per un servizio migliore grazie alla comunicazione diretta (70%), maggiore controllo su prenotazioni e modifiche (64%), maggior fiducia rispetto ai siti terzi (61%), prezzi più bassi e pacchetti dedicati (56%).
L’AI, pur restando un canale ancora emergente per la fase di scoperta degli hotel, è destinata a trasformare rapidamente l’intera esperienza di prenotazione. Secondo SiteMinder, a livello globale, l’80% dei viaggiatori nel mondo desidera funzioni basate sull’IA a supporto del proprio percorso di prenotazione in hotel, con monitoraggio dei prezzi e avvisi sui ribassi al primo posto (44%). Gli italiani sono in linea: il 46% indica il price alert come funzione più utile, a seguire l’individuazione di annunci falsi e truffe (37%) e il riassunto delle recensioni di un hotel (31%). Chiudono l’apprendimento dei propri gusti per scovare “perle” nascoste (27%) e la creazione di itinerari personalizzati (26%). Il 16% preferisce invece prenotare senza AI.
Hub di esperienze
Dallo studio emerge poi un’evoluzione del ruolo della struttura alberghiera. “Si sta trasformando in un vero e proprio ‘hub di esperienze’ - spiega Portaruli -. Il 75% dei viaggiatori italiani è interessato a utilizzare i servizi dell’hotel, come ristoranti, spa e piscine, anche senza pernottare. Le strutture di maggior successo saranno quelle capaci di superare il modello tradizionale di semplice alloggio, offrendo servizi ‘à la carte’, supportati dalla tecnologia e dall’IA per personalizzare l’esperienza e aiutare i viaggiatori a gestire anche gli aspetti più pratici, come il budget. I viaggiatori italiani stanno infatti costruendo i propri viaggi in modo sempre più distintivo e personalizzato. Gli hotel che sapranno comprendere e valorizzare questa diversità saranno, nel prossimo anno, quelli in grado di attrarre e coinvolgere con maggiore efficacia i loro ospiti ideali”.
Pricing e overtourism
Altra tendenza interessante che emerge dal report riguarda in ultimo l’overtourism. Di fronte al fenomeno, emerge un’apertura significativa: a livello globale il 42% pagherebbe di più per un alloggio nelle destinazioni popolari se ciò aiutasse a ridurre la pressione turistica. In Italia, il 37% prenderebbe in considerazione un sovrapprezzo del 10-15%, ma solo a determinate condizioni: il 10% è generale completamente favorevole, il 14% solo se fosse l’unico modo per visitare la meta desiderata, il 13% a fronte di benefici tangibili per i residenti locali. Il 23% deciderebbe in base alla destinazione. I contrari sono circa il 41% e per ovviare al fenomeno, il 22% sceglierebbe la bassa stagione, il 19%, invece, un’altra meta.