Verso il 4 marzo: tutti i partiti vogliono il Ministero del Turismo

L'istituzione di un Ministero del turismo rischia unire la Penisola. Al di là dei conflitti sulle altre priorità programmatiche, la reintroduzione di una struttura di Governo dedicata esclusivamente allo sviluppo del settore canalizza il dibattito politico e accorda la maggioranza delle fazioni in corsa.

"Se non può permetterselo l'Italia, chi altri?" esordisce, retorico, Mattia Fantinati del M5s, in occasione dell'evento Turismo Italia organizzato da Federturismo Confindustria. "Dovrebbe occuparsi della promozione - aggiunge -, catalizzare gli investimenti e indirizzarli, grazie ad una vision di lungo periodo".

È Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, a ricordare che, in passato, "esisteva un Ministero del turismo, istituito ad hoc perché ci sono tematiche più importanti di altre". Il dicastero dovrebbe essere associato all'Agenda digitale per Edo Colombo di 10 Volte meglio , "per investire i fondi dell'innovazione su un'industria più digitalizzata, con forti margini di crescita e di sviluppo di posti di lavoro".

Il turismo non sarà più "solo l'ultima lettera del Mibact - promette Gian Marco Centinaio della Lega -. Serve un Ministero del turismo che sia anche il collante tra le Regioni e centralizzi le strategie". Punta, invece, sulle diverse competenze di Stato e territori e sulla necessità di organizzazione Loredana Capone del Pd: "Oggi le Regioni non tolgono nulla al Ministero - spiega -, perché utilizzano risorse proprie o fondi europei. C'è bisogno di potenziare e organizzare efficacemente i prodotti turistici".

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