Tassa di soggiorno, il Mibact fa luce sul nodo del rincaro

L’aumento della tassa di soggiorno non sarà obbligatorio e riguarderà pochissimi casi. A fare chiarezza sul rincaro dell’imposta, previsto da un emendamento al Decreto fiscale approvato in Commissione Finanze alla Camera, ci pensa il Mibact che, in una nota, precisa che questo emendamento “dà la facoltà ai soli comuni capoluoghi di provincia, che secondo le statistiche ufficiali abbiano avuto presenze turistiche in numero venti volte superiore a quello dei residenti, di elevare il limite massimo dell’imposta da cinque fino a 10 euro, secondo criteri di adeguatezza e proporzionalità”.

I casi di Firenze e Rimini
Il rincaro della tassa di soggiorno potrà, dunque, essere applicato solo in pochissimi casi, tra cui Firenze e Rimini, città appunto in cui il numero di turisti è di 20 volte superiore a quello dei residenti. Non si può, infatti, tenere conto di Roma e Venezia, che hanno normative specifiche.

Se lo vorranno, dunque, i due sindaci Dario Nardella e Andrea Gnassi potranno usufruire di questa norma per compensare, aggiunge la nota del Mibact, “i servizi offerti ai milioni di turisti che ogni anno le frequentano e per finanziare interventi in materia di turismo, manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali e dei relativi servizi pubblici locali”.

L’ira delle associazioni
Il primo a insorgere contro l’emendamento al Decreto fiscale è stato Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, che segnala come questo sia l’unico intervento in materia di turismo previsto da una manovra che, invece, avrebbe dovuto ridurre la pressione fiscale.  
“Sembrano spariti dai radar - analizza Bocca - gli emendamenti dei relatori che erano trapelati venerdì scorso, in materia di riqualificazione delle strutture e di contrasto all’abusivismo”.

“Dopo tante promesse, siamo alle solite - conclude lapidario -: il turismo viene trattato sempre e soltanto alla stregua di una mucca da mungere. Per anni abbiamo chiesto maggior attenzione per il settore. Forse è ora di cambiare verso. Se proprio non riescono a far di meglio, forse è bene che smettano di occuparsene”.

Aica: "Un rincaro inaccettabile"
A definire inaccettabile l’aumento dell’imposta di soggiorno fino a 10 euro è anche Confindustria Alberghi che, in una nota, dichiara come un rincaro di questo tipo sia insostenibile per il sistema alberghiero italiano, andando a colpire duramente il sistema delle imprese e dei lavoratori che operano in questo settore.

“Da tempo - aggiunge la nota di Aica - stiamo chiedendo una revisione complessiva della norma. Ci sono elementi paradossali come l’accusa di peculato, anche solo in caso di semplice errore da parte dell’operatore nella complesse procedure di rendicontazione, che rende la gestione dell’imposta rischiosa e costosa per l’azienda. Costi per i quali la legge non prevede nessun ristorno, neppure quando, come avviene in tutti i pagamenti con carta di credito, l’albergo si trova a pagare una commissione sulla tassa che deve poi riversare al comune”.
 
Tutto questo, aggiunge l’Associazione, mentre la lotta ai giganti dell’intermediazione web - “che non pagano tasse nel nostro Paese” - e all’abusivismo “sembrano essere finite su un binario morto”.

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