Scatta oggi lo stop alle mascherine all’aperto. E mentre la pandemia sembra dare segnali di rallentamento, facendo sperare in una vera ripartenza, il Paese si interroga su cosa accadrà dopo il 31 marzo, data in cui scadrà lo stato d’emergenza. Nelle scorse settimane, da più parti, sono arrivati segnali sull’avvio di una “nuova fase” e su una possibile sospensione del provvedimento, sulla base dell’evoluzione della curva pandemica.
Ma cosa cambierà, di fatto, se cesserà lo stato di emergenza? Due in particolare le questioni cui dovrà far fronte l’Esecutivo, riporta skytg24: lo smart working e la campagna vaccinale.
Lavoro da remoto
Nel primo caso, infatti, tornerebbe la necessità di siglare accordi individuali tra aziende e lavoratori per gestire il lavoro da remoto. Attualmente, invece, alle imprese è consentito un uso massiccio del lavoro agile, senza la necessità di contrattare con i dipendenti sulle modalità di lavoro.
La campagna vaccinale
Altro nodo da sciogliere sarebbe poi quello delle vaccinazioni. Con la fine dello stato d’emergenza, verrebbe meno la struttura commissariale guidata dal generale Francesco Paolo Figliuolo. La gestione della campagna vaccinale passerebbe così al Governo e alle Regioni. Gli hub vaccinali sarebbero smontati, per lasciare in capo a medici di famiglia, pediatri e strutture ospedaliere l’attività di immunizzazione.
Cesserebbero inoltre le attività dell’impalcatura straordinaria composta dalla Cabina di Regia e dal Comitato Tecnico Scientifico e con essa il sistema delle fasce di colore.