Oltre 12,4 milioni di pernottamenti nelle strutture ricettive italiane, con un tasso medio di occupazione dell’88% dell’offerta di sistemazioni ricettive disponibile online. Le previsioni di Assoturismo-Cst vedono accelerare le prenotazioni nel fine settimana di Ferragosto.
Nel periodo compreso tra il 15 e il 17 agosto la spesa turistica complessiva è stimata in circa 1,8 miliardi di euro, che saranno riversati direttamente sul sistema economico nazionale.
Un’estate anomala
L’impatto economico del ponte di Ferragosto si conferma cruciale per l’estate, tuttavia l’analisi - condotta attraverso il monitoraggio della disponibilità ricettiva sui principali portali di prenotazione online - evidenzia un’estate anomala, che ha visto le presenze italiane distribuite più sui mesi periferici che in quelli centrali: dopo un giugno positivo (+2,2% di presenze), gli imprenditori hanno avvertito una contrazione della domanda interna a luglio e nella parte iniziale di agosto, compensata solo in parte dall’aumento dei turisti stranieri. Inoltre, nei primi dieci giorni di agosto le proiezioni per settembre indicano una crescita del +1,4% di prenotazioni rispetto alla prima decade di agosto 2024.
“Ferragosto resta il cuore della stagione turistica italiana, ma quest’anno lo affrontiamo in un contesto particolare”, commenta Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti. “Il ritorno del caldo ha dato un impulso alle prenotazioni nella maggior parte delle località, ma la domanda interna continua a muoversi con cautela, mentre cresce il ruolo del turismo straniero, anche grazie alla spinta promozionale sui mercati esteri. Notiamo anche cambiamenti nelle scelte - continua -: nelle zone marine vengono premiate le località un po’ più interne e assistiamo a un forte ritorno della vacanza nella seconda casa. Sono segnali che confermano la necessità, da un lato, di adattare l’offerta alle nuove esigenze dei viaggiatori e di rafforzare le politiche per sostenere la competitività delle nostre imprese turistiche”.
Le destinazioni
Puntando la lente sulle destinazioni, le località marine registrano un’occupazione media del 93%, seguite dalle località dei laghi al 92% e da quelle montane al 90%. Le aree rurali e collinari sono all’88%, le termali all’81%. Penalizzate invece dalle alte temperature le città e i centri d’arte, che si fermano al 76%.
Anche l’analisi per macro-aree mostra un andamento disomogeneo. Le regioni del Sud e Isole segnano la saturazione più elevata (91%), mentre altrove i valori restano leggermente inferiori alla media nazionale. Nel Nord Est il tasso è all’86%, ma nella regione si distingue il Trentino-Alto Adige con il 93% di occupazione. Il tasso di occupazione per il Nord Ovest è leggermente superiore, all’87%, grazie a Valle d’Aosta e Liguria, rispettivamente al 95% e al 97%.
Nel Centro Italia il tasso scende all’85%, mentre al Sud e nelle Isole i picchi si registrano in Sardegna e Puglia.